Protesta migranti a Lamezia, Gianturco (Casapound): “Non tutti i migranti hanno diritto di asilo politico”
“Protesta stamattina da parte di immigrati ai quali non è stato concesso asilo politico, prima aggrediscono operatori, poi sfilano per la città. Lo ripetiamo da anni, che non tutti gli immigrati hanno diritto alla protezione internazionale, ”. A dichiararlo è Mimmo Gianturco, coordinatore di CasaPound Italia in Calabria.
“Questa mattina – afferma Mimmo Gianturco - la città ha assistito a una forte prepotenza da parte di un gruppo di immigrati di origine africana, i quali nel momento in cui gli è stata comunicata la bocciatura del permesso di soggiorno e della protezione internazionale, hanno prima aggredito gli operatori della struttura che li ospita, hanno tentato di impedire l’accesso ai medici chiamati per prestare soccorso ai feriti, e poi hanno sfilato per le vie del centro. Tutto questo non è accettabile.
“Non è la prima volta – continua il responsabile di CasaPound – che nelle strutture del nostro territorio, accadono episodi di violenza da parte di immigrati che evidentemente non sono riconoscenti dell’ospitalità ricevuta, e anzi pretendono di dettare legge. Lo ripetiamo da anni che non tutti hanno il diritto ad avere la protezione internazionale. Come nel caso di questa mattina, dove ne sono state rigettate 35, in quanto la commissione preposta, ha accertato che alcuni di essi non hanno i requisiti”.
“Non possiamo più lasciare aperte le frontiere d’Italia – conclude Gianturco - si devono bloccare immediatamente i flussi migratori e bisogna modificare urgentemente il Trattato di Dublino, il quale prevede che gli immigrati siano ospitati dalla nazione in cui arrivano, ma essendo noi la porta d’Europa, non possiamo farci carico di tutti i profughi del mondo. Basta con l’operazione “Mare Nostrum”, che ci costa trecento mila euro al giorno. Questi soldi siano destinati all’aiuto delle famiglie italiane sempre più povere, e chiediamo al comune di Lamezia, di non sovvenzionare più quelle strutture che speculano sul business degli immigrati e di non partecipare più al piano nazionale di accoglienza per i migranti”.