Forestali, il documento dei sindacati crotonesi
Riceviamo e pubblichiamo il documento siglato da Alfonso Filice, Flai Cgil, Francesco Fortunato, Fai Cisl e Massimo Conberiati Uila, in merito alle criticità del comparto forestale e della mobilitazione del prossimo 15 luglio.
“Continui ritardi della Regione Calabria e la mancanze di risorse e superamento del Patto di Stabilità (che deve escludere immediatamente gli stipendi), mettono i forestali e le loro famiglie in un grave disaggio sociale. Per gli 8 mila lavoratori forestali Calabresi e dei 700 Crotonesi non ci sono più certezze per stipendi di Maggio, giugno e quattordicesima.
Sotto questo cappello (patto di stabilità) la regione nasconde l’incapacità di programmare un settore strategico per l’economia calabrese. Calabria Verde era questo il vanto di questa classe dirigente inconcludente poco attenta ai problemi non solo dei forestali, a distanza di oltre un anno dall’approvazione della legge istitutiva, la legge regionale 25 del 2013, e a pochi mesi dal suo reale esordio, Calabria Verde è ormai già “Calabria Bruciata”.
Basti pensare alla improvvisata gestione del servizio AIB, che tuttora non è partito e non si sa se parte ( mezzi senza assicurazione, squadre ancora non allertate e organizzate dal punto di vista strategico) e siamo già in piena emergenza.
Allo stato di agitazione dei lavoratori forestali della Calabria proclamata da FLAI, UILA, FAI Regionali, le maestranze della provincia di Crotone sono mobilitate con iniziative, che si concluderanno con la programmata iniziativa sotto la giunta regionale di martedì 15 luglio, già fortissima l’adesione dei forestali Crotonesi esasperati nel portare avanti le loro famiglie (senza certezze per affrontare il quotidiano )vengono offese nella loro dignità da questi nostri amministratori senza scrupoli; il metodo che applicano e sempre lo stesso: Impegni, promesse, rassicurazioni, ma gli stipendi dei lavoratori forestali non ci sono. Pertanto chiediamo al Prefetto di Crotone di voler intervenire, al fine di evitare che tale disagio sociale, possa trasformassi in proteste incontrollate”.