Riforma Pa: Cisal “così com’è non va…”
Oggi, venerdì 11 luglio , con inizio alle ore 16,30 presso il Cinema Teatro Italia di Cosenza (Cs), si terrà un Convegno sul tema: “Riforma della pubblica amministrazione, Proposte di modifica del “Sistema” Paese, per il rilancio del lavoro”, su iniziativa del Dipartimento Ministeri, Comparto Sicurezza e Presidenza Consiglio dei Ministri di Cisal FPC.
Presenti all’evento, numerosi dirigenti e Responsabili Nazionali di Settore, tra cui il Vice segretario Nazionale, Damiano Savastano, nella veste di padrone di casa; i Segretari Nazionali Fabio Schiavone e Raffaella Micucci; il Segretario Generale del predetto Dipartimento Cisal Fpc, Paola Saraceni. A qualificare ulteriormente l’evento , nonché a testimoniare, l’importanza dei temi trattati nel corso dello stesso – per tutto il pubblico impiego ma non solo -, il Segretario Generale Confederale CISAL, Francesco Cavallaro. In considerazione, poi, della delicatezza e rilevanza sociale degli argomenti trattati, numerose sono le autorità politiche e Istituzionali, sia locali che nazionali, che hanno assicurato la loro qualificata presenza. L’inizio dei lavori sarà preceduto da una breve conferenza stampa – in programma alle ore 16,15 presso la medesima location - in cui i suindicati dirigenti sindacali renderanno note le proprie osservazioni e si confronteranno sul tema con gli operatori dell’informazione.
"L’esigenza di un convegno sul tema è nato da una diffusa e giustificata perplessità di tutti i pubblici dipendenti, delle loro famiglie , ma non solo. Tantissime, sono state infatti le telefonate e le e-mail giunte alla Cisal, in ordine alla presunta efficacia che la riforma prevista nel DL presentato dalla Madia, da Renzi e da tutto il governo, possa avere."E' quanto dichiara Paolo saraceni Segretario Generale Cisal Fpc..
"Molti i quesiti ai quali - si legge ancora - si tenterà di dare risposta, formulando al contempo delle proposte di modifica della P.A., quindi dell’intero “sistema Paese”, per rilanciare l’occupazione e favorire una vera ripresa socio-economica, senza penalizzando pesantemente milioni di lavoratori e le loro famiglie e, allo stesso tempo, senza tagliare un solo centesimo di sprechi. È lo smantellamento degli apparati dello Stato, anche di quella parte essenziale della P.A. che opportunamente rilanciata e rivitalizzata molto potrebbe dare, l’operazione giusta per rinnovare, modernizzare e ridare competitività all’Italia? È vessando e saccheggiando, ancor più di quanto già non lo siano stati finora, i lavoratori pubblici che sono tra i pochi certi contribuenti italiani, riducendoli alla fame e al silenzio, che si realizza il necessario cambio di marcia e inversione di rotta, quindi la ripresa economica e sociale?
È facendo passare questa Riforma per soluzione “condivisa” o addirittura “espressamente richiesta” dagli italiani attraverso il canale di posta elettronica - omettendo volutamente e furbescamente di dire che le 40mila mail ricevute (su un totale di oltre 3milioni) non esprimono altro che l’1,20% circa, dei lavoratori pubblici -, che intendono convincere della bontà dell’iniziativa?
E tutte le altre iniziative che i cittadini hanno più volte già richiesto (tra cui sostegno al reddito; rilancio dell’economia; abbattimento del cuneo fiscale, rilancio dei consumi e quindi dell’occupazione; maggiore facilità di accesso al credito; eliminazione degli innumerevoli privilegi di cui godono i parlamentari e molti altri politici; e riduzione delle spese della politica e dei partiti in generale; stop alle esternalizzazioni dei servizi pubblici e ad un taglio delle costosissime consulenze esterne a tutto danno delle tante valide professionalità interne alla P.A..), e tuttora rimaste senza risposte? E gli indispensabili - e tanto attesi – rinnovi contrattuali? Secondo la CISAL e milioni di italiani, NO. A Nostro avviso si tratta solo di efficientismo di facciata, quasi di una burla. Così com’è ora, se non riceverà i necessari correttivi è solo un duro attacco alla P.A. ed al sindacato, ultimo baluardo di difesa per milioni di lavoratori, malcelato sotto le mentite spoglie di riforma innovativa. Tale D.L. non è altro che l’ennesima decisione frettolosa, presa sull’onda emotiva ed in assenza di contraddittorio e reale condivisione con le parti in causa. Una riforma “non riforma” - autoritaria e Non frutto di alcuna sia pur rapida concertazione -che, piuttosto e invece, colpisce i più deboli attraverso disposizioni autoritarie e quasi dittatoriali.
Si continua a parlare di sacrifici necessari (di ciò si tratta quando si impone il blocco dei rinnovi contrattuali fino al 2020), ma a cosa stanno rinunciando coloro i quali dicono ai “soliti” lavoratori pubblici che è necessario sacrificarsi e rinunciare a prerogative? A nulla. Tanto più che dal provvedimento di riforma sono state escluse alcune categorie di “intoccabili” e vengono ripresi privilegi e anacronistiche immunità parlamentari . Invece di creare posti di lavoro per i giovani, diminuire le tasse e ridare dignità agli stipendi (di fatto dimezzati dall’avvento dell’euro ed eroso da un blocco che non tiene conto dell’inflazione reale, già da anni) dei nuovi poveri, si parla impropriamente di ricambio generazionale e di nuovi 15mila posti per i giovani. Eppure, secondo molti esperti - conclude il segretario , questi posti saranno solo poche centinaia. Ai buoni propositi ed alle belle parole, non stanno seguendo i fatti. Così, proprio non va. Speriamo che si ravvedano e che lo facciano in fretta.