Economia: in Calabria in 6 anni hanno chiuso 3.548 imprese

Calabria Attualità

Si svolgerà il prossimo 14 luglio, a partire dalle ore 10 presso la Sala Conferenze di Unioncamere Calabria - a Lamezia Terme in Via delle Nazioni, 24 - il Forum dell'Economia Regionale, l'evento di presentazione dei dati più significativi e rappresentativi dell'economia calabrese.

"Si tratta di un importante appuntamento istituzionale durante il quale Unioncamere Calabria presenta lo stato di salute dell'economia della nostra regione- dichiara il Presidente di Unioncamere Calabria, Lucio Dattola - Una fotografia del nostro sistema socio-economico e produttivo, da offrire ai policy makers, alle istituzioni e alle rappresentanze imprenditoriali per comprendere in quale direzione sta andando la nostra regione, quali sono le criticità e dove è necessario intervenire. Il tutto riepilogato nel "Rapporto Unioncamere Calabria 2014", una collana di GE-book ricca di dati inediti e aggiornati e di approfondimenti, frutto di un'analisi costruita da un punto di osservazione privilegiato quale quello del sistema camerale calabrese, che da sempre opera concretamente a supporto delle imprese e dell'economia locale in generale. Un sistema imprenditoriale che risente, come del resto l'intero sistema italiano, del lungo periodo di crisi, subendo un'emorragia netta di 3.548 imprese nel periodo 2008-2013 e una perdita di circa 60mila occupati tra il 2009 ed il 2013, con conseguente ulteriore difficoltà dei nostri giovani di trovare opportunita' d'impiego. Tuttavia non possiamo fermarci a constatare la sola presenza di indicatori economici avversi. Dobbiamo ripartire dai quei barlumi di luce che individuano le leve operative verso le quali indirizzare al meglio i nostri sforzi. Nel 2013 il tasso di crescita regionale, seppure leggermente negativo (-0,2%), è stato piu' favorevole rispetto al dato nazionale (-0,5%), il che rappresenta certamente un punto su cui soffermarci per far ripartire l'economia e l'occupazione.

Dice ancora Dattola: "le leve per favorire condizioni per una ripresa duratura risiedono nel miglioramento dell'accesso all'export e nell'attrazione di nuove risorse che deve provenire anche da altre fonti di origine. Pensiamo all'internazionalizzazione turistica, che permetterebbe non solo di esportare cultura, sapori e immagini dei nostri territori all'estero, quanto di amplificare l'immaginario collettivo della nostra terra, e la portata commerciale delle produzioni, soprattutto in alcuni settori, quali l'agroalimentare, che con essa hanno un legame imprescindibile. O alle filiere trasversali della blu economy, relativamente alla quale con oltre 7 mila imprese registrate siamo quinta regione in Italia per incidenza delle imprese, dei beni culturali, per cui la quota di spesa turistica collegata al sistema produttivo culturale pur essendo inferiore alla media nazionale (32,9% contro 36,5%) e' superiore al dato meridionale, e della green economy, con riferimento alla quale la nostra regione si colloca al 4^ posto tra le regioni italiane per percentuale di imprese che hanno investito o programmato di investire tra il 2008-2013 in tecnologie e prodotti green e addirittura al primo posto per assunzioni di professionalita' classificate come "green jobs".

E tutto cio' valorizzando i nostri asset, le risorse di cui disponiamo, le nostre imprese, prendendo atto del fatto che l'impresa familiare, asse portante del sistema produttivo italiano che raffigura un capitalismo permeato da tradizioni artigiane e particolari specificità, rappresenta l'87,4% del nostro sistema imprenditoriale, collocandoci quale prima regione italiana per incidenza delle imprese familiari sul totale imprenditoriale. Ed il nostro primato, e questo ci conforta, si estende anche alla componente giovanile del capitalismo familiare, con una quota superiore a quella di tutte le altre regioni italiane (13,2% a fronte del 7,9% rilevato per la media nazionale). E su questi fronti, così come sull'accesso al credito, sull'internazionalizzazione e la qualificazione del tessuto imprenditoriale regionale, anche il sistema camerale calabrese si adoperera' con il massimo impegno e la consueta professionalita', nonostante le incertezze che lo stesso sta vivendo, che ne compromettono la stessa sopravvivenza. Si vuole ricordare che le Camere di Commercio non sono meri esecutori di adempimenti burocratici-amministrativi, ma attori principali che operano concretamente a supporto dello sviluppo locale, promuovendo il sistema degli interessi generali delle imprese e svolgendo funzioni di promozione dell'economia.

E tantissime sono le imprese calabresi, soprattutto piccole e micro, che ne danno testimonianza. Cosi' - conclude- come e' certo che se il Governo proseguira' nella direzione del taglio del 50% del diritto annuale, a fronte di un risparmio medio di poco piu' di 5 euro per le imprese, le ricadute per le stesse e per il territorio si tradurranno in minori risorse per le economie dei territorio (in termini di credito, export, turismo, innovazione, formazione ecc.) per oltre 400 miliardi di euro a livello nazionale e in un effetto recessivo complessivo di circa 2,5 miliardi di Euro pari a 2 decimi di punto percentuale del valore aggiunto corrente complessivamente prodotto nel Paese".