Inquinamento, Sorgonà: “Paghi chi è responsabile”
“Da Catona a Bocale i punti “balneabili”, secondo i dati diffusi, sono pochissimi e del “mare nostrum” rimane solo un nome vuoto o scatti fotografici “sentimentali” . E’ quanto afferma in una nota Filippo Sorgonà.
“Che la città non sia meravigliosa, urbanisticamente parlando, non è una novità ma che mare, montagna e paesaggio attorno siano oggettivamente strepitosi è un dato riconosciuto oltre che motivo storico di vanto. Il nostro mare è inquinato per vari motivi , principalmente per l’assenza totale di depurazione ma anche per gli scarichi abusivi nelle fiumare e l’assenza totale di controllo .
Le responsabilità ci sono e sono gravissime e attraversano trasversalmente vari soggetti. Ci sono “omissioni” di fatto che vanno a configurarsi di riflesso in veri e propri “reati ambientali “contro il territorio ma anche contro la salute pubblica ; ci sono anche “abusi” perchè se i dati di balneabilità sono quelli di anno in anno e si adottano misure risolutive non si potrebbero autorizzazioni per attività che di “balneazione” vivono.
Viene da chiedersi perchè non viene avviata d’ufficio un’inchiesta su chi doveva e non ha fatto, per dare finalmente un nome ed un volto ai responsabili di questo immane danno per ambiente, economia e cultura della città. Viene anche da chiedersi come abbia potuto fare il Comune stesso, come Ente preposto alla gestione diretta di depurazione nonchè delle stesse spiagge demaniali, a rilasciare, dietro i dovuti canoni, licenze ed autorizzazioni per la realizzazione di stabilimenti “balneari” e servizi annessi pur avendo registrato dati di inquinamento che riconfermano la “non balneabilità” del nostro litorale!
In pratica si autorizzano attività che di fatto non possono essere svolte a pieno a causa di un divieto che limita o annulla l’essenza stessa di quell’attività. Questa non è solo una contraddizione di tipo giuridico-burocratico o amministrativo ma anche di tipo culturale e civile.
Intanto, fino a risoluzione di problema, si dovrebbe avere il ritegno di dimezzare almeno il canone richiesto per le concessioni rilasciate. Servirebbe una “magia” per riportare il mare al suo stato cristallino e,viene da dire, forse potrebbe farlo solo la nostra “Fata Morgana”.