Ferrovie della Calabria, Abc: contrastare millantatori
L’Associazione Bene Comune esprime il suo pubblico ringraziamento al Presidente di Ferrovie della Calabria Giuseppe Pedà “per il profuso impegno e l’encomiabile interessamento verso le istanze rivolte alla tutela dei suoi associati nonché dipendenti dell’azienda stessa, e, in particolare, per aver accolto nell’immediatezza la richiesta dell’Associazione rivolta all’accollo della responsabilità da parte di FDC per le sanzioni pecuniarie inflitte ai dipendenti per la violazione delle disposizioni normative previste in materia di godimento del riposo giornaliero e settimanale.
- È quanto si legge in una nota diffusa dall’Ufficio Stampa dell’Associazione -
Tuttavia, duole constatare che alcuni millantatori diano vita, di proposito, a contesti in grado di generare situazioni gravemente dannose e profondamente immeritorie per i lavoratori e per la stessa azienda, come, da ultimo, l’avere informato l’Ispettorato del Lavoro, per giunta ai danni degli stessi lavoratori, ai quali sono state inflitte pesanti sanzioni.
Da un lato, assistiamo, difatti, a lavoratori che, inquieti per l’irrogazione di considerevoli sanzioni volutamente sollecitate da quei millantatori, sono costretti a richiedere la tutela legale; dall’altro lato, assistiamo, invece, ad un’azienda da poco uscita dal collasso per opera di una strategia politico manageriale grazie alla quale è stata ammessa alla procedura di accordo di ristrutturazione del debito, che ha consentito di avviare FDC verso il risanamento, e che tuttavia, ancora una volta, è pronta a sobbarcarsi ogni responsabilità per mantenere immuni i suoi dipendenti.
Ma v’è di più. È ormai divenuta prassi consolidata quella attuata da quei millantatori, e che consiste nel cagionare intenzionalmente danni all’azienda (sino a qualche mese fa soffocata dai debiti e ritornata a malapena a riprendere respiro), e al contempo, nell’esercitare una sorta di “manipolazione psicologica” nei riguardi dei suoi lavoratori, finalizzata all’attribuzione di meriti abusivi in luogo dell’Associazione Bene Comune e attribuibili solo ed esclusivamente a quest’ultima, che, nel frattempo, interviene di volta in volta per ovviare a quei danni grazie all’ascolto e all’approvazione costanti della Presidenza di Ferrovie della Calabria.
Come si suol dire in questi casi, “oltre al danno, anche la beffa”.
Pertanto, - prosegue la nota – occorre compiere ogni sforzo per reprimere tali forme persecutorie, adottate da “aguzzini della mente” e che rischiano di vanificare gli stessi sacrifici compiuti dai dipendenti e valsi a ristabilire gli equilibri aziendali.
Circa 800 i dipendenti di Ferrovie della Calabria, - prosegue la nota - ognuno con la propria storia e con la propria famiglia alle spalle, sui quali fino a non molto tempo fa incombeva lo spettro del licenziamento.
Sono stati mesi estremamente ardui e tesissimi, nei quali il solo accennare ad una minima possibilità di ripresa sembrava addirittura una follia.
Ebbene, oggi, grazie ad una cooperazione tra istituzioni, vertici aziendali e lavoratori quella non è più una follia, ma è diventata una realtà, che qualcuno tenta miseramente di diroccare giocando con il futuro dei lavoratori e dei loro nuclei familiari.
E mentre quei millantatori “baloccano”, - conclude la nota - noi assistiamo a lavoratori che per rilanciare le aziende, hanno posto il loro tfr a servizio di queste ultime, trasformandolo in capitale sociale, o, persino, a lavoratori che hanno ipotecato la propria casa per rilevare le società che li avevano licenziati.
Ma, ancor più vergognoso ed intollerabile è che i responsabili di tali condotte lesive, peraltro, si nutrono di quello stesso pane operaio, che, invece di oltraggiare dovrebbero glorificare con la loro quotidiana dedizione al lavoro, pensando alle proprie famiglie e ad una famiglia ancor più grande, che è Ferrovie della Calabria, che ha partorito la loro stessa dignità di uomini lavoratori.”