Rogliano, il Comune e l’associazione Montoro hanno promosso il primo Simposio di scultura
Un’associazione è per definizione l’unione di più persone, che condividono scopi e interessi comuni e che si adoperano a rispondere ad un medesimo obiettivo non individuale, ma diretto verso la collettività. È per questo che nasce l’Associazione “G.Montoro”, per sensibilizzare l’opinione pubblica e, quindi, coinvolgere l’intera comunità roglianese nella vita politica e sociale, intesa come cura della città e rivalutazione del patrimonio storico - artistico – architettonico.
Partendo da questi obiettivi, già nell’agosto del 1995, l’Associazione, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Rogliano (CS), ha ideato, promosso e realizzato la Ia Edizione di Agosto Arte e Artigianato. Questa manifestazione, nata con lo scopo di rivalutare e diffondere l’arte in ogni suo aspetto, intendendo con questo incentivare la rinascita di antichi mestieri del nostro illustre passato (ricordiamo le maestranze roglianesi, in particolare scalpellini e intagliatori conosciuti ed apprezzati non solo nei Casali di Cosenza, ma anche fuori), è giunta fino alla Va Edizione, suscitando consensi ed apprezzamenti non solo negli addetti ai lavori ma anche nell’opinione pubblica in genere.
A tal proposito, l’Associazione “G. Montoro”, anche in riferimento al proprio obbiettivo principale, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Rogliano, bandisce la I a Edizione del Simposio di Scultura Città di Rogliano, aperta ad artisti e ad artigiani di ogni luogo. Le opere da loro realizzate diventeranno patrimonio del territorio roglianese ed andranno a formare quello che sarà il I° Museo Internazionale di Scultura all’Aperto a Rogliano (da qui la sigla M.I.S.A.R.), un museo dedicato alle maestranze roglianesi e agli artieri di un tempo che, con la propria competenza e professionalità, con il proprio impegno e con la propria dedizione, hanno fatto di Rogliano, Casale di Cosenza, il centro di una magnifica fucina di operosità artistica e artigianale, a partire dal Rinascimento e fino alla fine del XIX sec., che ha avuto un respiro di vasta portata in tutta la regione: “Come – scriveva il Frangipane - i fabricieri e gli operai delle cattedrali famose di lassù, qui le pietre di quegli uomini rudi della montagna, con i loro ferri, con le loro reminiscenze di cose vedute lontano o di forme soltanto erediate dalle botteghe paterne, e con il loro animo devoto umilmente alla bellezza ed alla fede sono rivelazioni di coscienza e di civiltà del nostro popolo”.