Riforma enti camerali, i lavoratori: “Non accorpare le Camere e garantire i livelli occupazionali”

Crotone Attualità

I dipendenti della Camera di commercio di Crotone, riuniti in Assemblea il 29 Luglio 2014, esprimono la loro "forte preoccupazione per il disegno di destrutturazione del Sistema camerale, messo in atto tanto dal Governo che da Unioncamere Nazionale, anche alla luce della paventata ipotesi di accorpamento delle Camere di commercio Calabresi.

Le Camere di commercio, e fra queste l’Ente camerale della città di Crotone, fornisce oggi importanti servizi pubblici a favore sia dei singoli cittadini che delle imprese; e rappresentano di fatto, un presidio di legalità e trasparenza nel territorio.

Tutta la compagine lavorativa dell’Ente camerale, considera grave la scelta del Governo di tagliare il diritto annuale, anche se ne spalma l’operatività della decurtazione nei prossimi tre anni. E giudica altresì imprescindibile che il Registro delle Imprese venga mantenuto tra le competenze delle Camere, che lo gestiscono con professionalità, trasparenza e costi economici contenuti.

In un quadro generale che presenta molte incertezze per il Sistema camerale, caratterizzato da continue proposte di Riforme ed Autoriforme, i dipendenti camerali, chiedono che qualsiasi progetto di modifica, si basi sulla salvaguardia dei livelli occupazionali e delle singole professionalità.Occorre oggi più che mai, ribadire che la dotazione del personale, ed i trattamenti in essere ai dipendenti non vanno modificati.

Occorre attivare uno specifico tavolo di confronto regionale, sulla riorganizzazione del Sistema, improntata a criteri di efficienza, professionalità, democrazia attiva e partecipazione, che abbia l’obiettivo fondamentale del mantenimento delle attuali unità lavorative presso una sede nella città di Crotone: unica modalità per affrontare in maniera condivisa e costruttiva le problematica conseguenti ai problemi legislativi in discussione, con attenzione prioritaria ad evitare ricadute negative sul tessuto economico, produttivo ed occupazionale del nostro territorio, già così fragile”.