Provincia: aperto al transito l’antico ponte tra Cardinale e Torre di Ruggiero
Ultimati i lavori e le procedure di collaudo, è stato aperto al transito l’antico ponte sulla strada provinciale tra Cardinale e Torre di Ruggiero, portato alla luce dall’alluvione dello scorso novembre, e ripristinato dalla Provincia di Catanzaro recuperando la struttura architettonica esistente.
L’Amministrazione provinciale guidata da Wanda Ferro ha quindi mantenuto con largo anticipo l’impegno ad aprire l’infrastruttura al traffico veicolare prima della tradizionale festività dell’8 settembre, durante la quale l’intero comprensorio rende omaggio alla Madonna delle Grazie di Torre di Ruggiero. “Abbiamo rispettato la tabella di marcia - ha detto il commissario della Provincia Wanda Ferro – per restituire a queste comunità non solo la possibilità di un collegamento efficiente, ma anche una straordinaria opera d’arte.
Siamo riusciti a riportare all’antico splendore questo manufatto di grande pregio, con la sua meravigliosa arcata, che negli anni ’60 era stato purtroppo ricoperto con migliaia di metri cubi di terra. Noi abbiamo voluto preservare quest’opera, anche attraverso lo studio e il riutilizzo dei materiali originali, rendendola sicura ed adeguata al traffico moderno, e siamo intervenuti per la sistemazione del corso del fiume, rimediando al danno causato con la sua deviazione avvenuta decenni fa”.
L’OPERA | Quando nel novembre scorso l’alluvione ha fatto cedere la scarpata, lasciando intravedere la presenza del ponte al di sotto del rilevato stradale, è stato subito evidente che non ci si trovava soltanto di fronte ad un lavoro di ripristino, ma ad un più un complesso intervento legato alla presenza di un’opera sconosciuta.
I tecnici del settore viabilità della Provincia di Catanzaro, con l’ing. Floriano Siniscalco, hanno quindi avviato un controllo più ampio e accurato dei luoghi, anche con colloqui con persone anziane del luogo che, ricostruendo le vicende storiche, hanno fatto comprendere che il torrente era storicamente destinato a scorrere al di sotto del ponte venuto alla luce, e che per la tipologia costruttiva è riferibile ad un periodo che oscilla tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo scorso.
La fattura del ponte è apparsa subito di enorme pregio, ed evidentemente qualcuno negli anni ’50 o ’60, ha ritenuto di ampliare il ponte, che essendo largo poco più di tre metri era non più idoneo al traffico moderno, posizionando nell’alveo del fiume due tubi d’acciaio colati nel cemento e riempiendo il tutto con migliaia di metri cubi di terra. I riempimenti hanno costruito le scarpate stradali per lunghi decenni sotterrando l’opera rinvenuta.
La Provincia di Catanzaro è intervenuta subito in urgenza, investendo 70 mila euro per eliminare le imponenti scarpate e ripristinare lo scorrimento del fiume al di sotto dell’arco del ponte, progettando quindi l’intervento più complessivo di recupero e adeguamento. La particolarità dell’opera venuta alla luce ha necessitato di un approccio molto accurato. Non bisogna dimenticare che il contesto attuale impone di tenere conto, a fronte di una struttura costruita in epoche antiche e con metodologie costruttive semisconosciute, di normative sismiche, ambientali, su beni culturali e idrogeologiche.
Si è subito pensato al recupero della struttura esistente, sia per il suo valore storico-culturale, sia perché in effetti la struttura appare integra e resistente, oltre che di particolare valore estetico. Tutte le operazioni dovevano anche tenere conto della necessità di operare velocemente, vista l’importanza della viabilità interessata e dell’inesistenza di alternative altrettanto valide. Tra le possibili soluzioni c’era quella di raddoppiare il ponte esistente mediante l’accoppiamento di un’altra struttura, ma ciò avrebbe comportato la necessità di costi molto alti e l’imposizione di possibili veti dalle autorità paesaggistiche e ambientali.
Si è optato pertanto un altro approccio: il tentativo di integrale utilizzo della struttura esistente. Per questo è stata necessaria una prima fase di analisi conoscitiva della struttura e dei materiali affidata ad una società specializzata, quindi è stata effettuata una difficile ricerca storica sulle metodologie costruttive per quel tipo di ponti ad arco realizzati tra l’800 e il 900.
I dati conseguiti sono stati analizzati e si è verificata la compatibilità della struttura con i carichi imposti dalle nuove normative. Si è quindi proceduto a definire l’elaborazione di un progetto che ha previsto l’allargamento della parte superiore del ponte fino a 6,50 metri di larghezza per realizzare due corsie, una soluzione ottimale anche perché ha consentito di diminuire i tempi delle autorizzazioni.