Elezioni Regionali, Movimento difesa del cittadino sulla sentenza del Tar
Esprime grande soddisfazione Giorgio Durante responsabile Movimento difesa del Cittadino calabrese, sottoscrittore come elettore calabrese del ricorso, sulla decisione del Tar che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Gianluigi Pellegrino per il Movimento Difesa del Cittadino e che ha ordinato alla Regione Calabria l’indizione delle elezioni che la Giunta rifiutava, con goffe tecniche dilatorie, nonostante le dimissioni dell’ex Presidente Scopelliti risalgano a cinque mesi fa. Il responsabile Regionale dell’Associazione commenta “Finalmente si mette fine a questa fase acquitrinosa, dove la politica calabrese ha dimostrato ancora una volta di non fare l’interesse dei cittadini ma di badare solo alle convenienze di bottega, anche nell’ambito degli stessi schieramenti politici, il TAR mette fine a questo stillicidio quotidiano che prolungava l’agonia di una giunta, già morta nel momento della sentenza contro il presidente Scopelliti, giunta che ha continuato a prendere decisioni e a gestire fondi pubblici”.
“C’è voluto il giudice amministrativo per ristabilire la minima legalità democratica e costituzionale – commenta l’avvocato Gianluigi Pellegrino che ha proposto il ricorso accolto dal Tar. Con la connivenza – di tutte le parti politiche – aggiunge – si stava verificando un autentico scempio di elementari regole democratiche. Un consiglio e una giunta sciolti continuavano non solo a prendere indennità ma anche a dare contributi, stipulare contratti, assunzioni, incarichi e avevano avuto anche la protervia di modificare la legge esistente proprio per auto-attribuirsi il potere di NON indire le elezioni. Cose da terzo mondo. E il tutto nel silenzio non solo di tutti i partiti ma anche delle istituzioni che sarebbero dovute intervenire come impone l’art. 126 della Costituzione a cominciare dal Governo. Per fortuna c’è un associazione di cittadini come MDC che, come già in passato chiese e ottenne per la Regione Lazio (dove la Polverini dimissionaria rifiutava l’indizione), ora ha ottenuto dal giudice amministrativo il ristabilimento di minime regole costituzionali. La vicenda – conclude – dovrebbe fare riflettere quanti vorrebbero assegnare a queste realtà regionali persino il potere di formare il Senato della Repubblica”.