Regionali. Stasi: “Elezioni: non sbagliamo il candidato. La data? In settimana il decreto”
La sentenza del Tar che accelera per la data delle consultazioni elettorali; la sanità calabrese in affanno; il nodo - ancora non sciolto - sul nome del candidato a Governatore per il Centrodestra. Di questo, e altro, abbiamo parlato con il presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi, alla vigilia di importanti impegni istituzionali: primo fra tutti, l’entrata in vigore del nuovo Statuto e, dunque, l’indizione delle elezioni. E, poi, il futuro politico della stessa Stasi: “Aspetto che venga ufficializzato il candidato di centrodestra e conoscere il nuovo programma di governo. Poi deciderò” confessa.
***
Domanda | La stretta attualità ci impone di parlare di elezioni regionali e, soprattutto, di date dopo le polemiche e gli scontri politici degli ultimi tempi. Le chiedono, anche il Tar, di consegnare in fretta una data, ci ha pensato?
Risposta | Certo, ci penso tutti i giorni da tre mesi. E in virtù dei nuovi avvenimenti rispetto alle primarie istituzionali ed alla presentazione ufficiale di una candidatura la data che io auspicavo, quella del 12 Ottobre, deve slittare. Oggi la sentenza del TAR che non aggiunge nulla di nuovo rispetto al timing già obbligato e che stiamo seguendo pedissequamente. Dunque prossima settimana, dopo entrata in vigore del nuovo statuto firmerò decreto.
Che idea si è fatta, da Presidente facente funzioni, sulla ormai lunga e solita divisione in seno al Pd?
Abbiamo assistito in questi mesi a querelle interne che tentavano di mascherare spesso usando me come capo espiatorio. Ma il popolo riesce a ben interpretare i fatti ed intuisce la verità. Al momento non c'è un candidato condiviso e le ingerenze romane rischiano di dilaniare definitivamente il partito.
Un suo pensiero anche sul momento non certo felice del Centrodestra in vista delle prossime elezioni.
Io credo che il centrodestra ha tutte le potenzialità per vincere ancora, basta non sbagliare candidato. L'uscita di scena istituzionale di Peppe Scopelliti non vuol dire la sua uscita dalla politica, anzi. C'è una riorganizzazione interna in atto, c'è la coscienza di aver avuto un governo regionale che ha fatto cose importanti e che vanno completate, c'è una squadra di uomini e donne capaci di completare i programmi e portare la regione verso una reale rinascita. I capisaldi ci sono, gran parte del lavoro già fatto
l suo nome è stato accostato al candidato del PD Luca Callipo. È così?
Mai sentito una cosa del genere. Callipo lo conosco da diversi anni: è un giovane, ha voglia di mettersi in gioco, Renzi gli ha dato fiducia ma questi ingredienti non sono sufficienti. Il PD in Calabria ha un apparato radicato e legato a schemi storici e difficilmente mollerà la presa.
Quale sarà comunque il suo impegno in occasione delle Regionali?
Aspetto che venga ufficializzato il candidato di centro destra e conoscere il nuovo programma di governo. Poi deciderò.
Lavoro e sanità: quanto c'è ancora da fare in Calabria alla luce dei grossi e atavici problemi che i cittadini calabresi sono costretti a vivere quotidianamente?
Scopelliti ha lavorato per mettere a posto i conti nella Sanità e ci è riuscito. Avremo nel 2014 per la prima volta in Calabria un bilancio sanitario in attivo, i cittadini calabresi pagheranno meno tasse e non saremo più una Regione “canaglia”. Allo stesso tempo, è iniziato il miglioramento dei LEA, ancora sotto la media nazionale ma per la prima volta nel 2012 abbiamo raggiunto la sufficienza. Anche i ricoveri impropri sono diminuiti drasticamente e, cosa importante, è iniziata l'inversione di tendenza sulla mobilità sanitaria che negli ultimi anni ha avuto una diminuzione del 3% anno. Ora è tempo, però, di cominciare ad investire. Servono nuovi reparti e nuove attrezzature ma soprattutto serve che il Governo ci faccia attuare quello che ha già concesso, ovvero lo sblocco del turnover. Ci sono reparti importanti della Calabria, già pronti, che non possono essere aperti per mancanza di personale; i Pronto Soccorso di quasi tutti gli ospedali in affanno; le sale operatorie costrette a fare turni per dividersi in turnazione medici ed infermieri. Assurdo! Una sanità in ostaggio del Governo centrale che da cinque mesi, da quando Scopelliti ha dato le dimissioni, ha lasciato l'ufficio del commissario vuoto. Ma la cosa più grave è che nessuno si ribella a tutto questo.
Se la sente di stilare un bilancio del suo “mini” mandato da presidente della Regione?
Troppo poca la mia permanenza alla guida di una Regione difficile e per di più con un ruolo e poteri molto limitati. Ma insieme agli altri assessori della Giunta non ci siamo lasciati scoraggiare. Stiamo lavorando senza sosta per superare le centinaia di emergenze presenti, ma anche per non vanificare il lavoro ed i programmi di un presidente di Regione - Scopelliti - che è stato sottratto al suo compito proprio nel momento cruciale del completamento del suo programma e dunque nel momento in cui bisognava iniziare a raccogliere i risultati.
intervista di Francesco Biafora