Primarie, Callipo: le nostre proposte per cambiare la Pa regionale

Calabria Politica

«La Regione Calabria è una macchina enorme, costosa e lenta a cui va cambiato il motore. Non possiamo continuare ad arrancare sulla strada dello sviluppo e della modernizzazione, dobbiamo cominciare a correre. E per farlo servono due cose: una grande riforma dell’azione pubblica regionale e una rivoluzione culturale ispirata esclusivamente al merito e alla capacità di conseguire risultati. - È quanto afferma in una nota Gianluca Callipo, candidato alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato presidente della Regione Calabria -

Ecco perché intendiamo avviare un processo di selezione per i 300 migliori giovani laureati nelle università calabresi, 100 per ateneo, ai quali destinare voucher formativi, finanziati con fondi comunitari, da utilizzare nelle principali istituzioni europee. Una volta formati, ci impegniamo a promuovere convenzioni con i maggiori enti pubblici della Calabria e del Sud per il loro impiego. Una sorta di Erasmus della Pa che fornisca nuova linfa alla Pubblica amministrazione meridionale.

Bisogna dare il messaggio all'Italia e all'Europa che siamo in grado di creare ricchezza e non solo di distribuire quella che ci viene concessa in modo assistenziale. A questo scopo la nuova Calabria avrà la legislazione più semplice, tra tutte le regioni italiane, per lo sviluppo delle attività economiche. Basta pastoie burocratiche e interminabili trafile per ottenere gli incentivi. Tempistiche di questo tipo non servono allo sviluppo, ma finiscono esclusivamente per rappresentare uno sperpero di risorse.

Per incidere su queste problematiche, bisogna ridisegnare il sistema organizzativo. Il clientelismo e le conoscenze che contano non saranno più il metro di misura dell'organizzazione amministrativa della Regione.

In quest'ottica di modernizzazione rientra anche la riorganizzazione e riduzione dei dipartimenti della giunta dagli attuali 18 a massimo di 10; l'abrogazione della norma regionale che consente l'attribuzione dell'indennità aggiuntiva ai dirigenti regionali, che oggi arrivano a percepire il doppio ed a volte il triplo di un dirigente di servizio; le retribuzioni accessorie non saranno più automatiche, ma dipenderanno soltanto dalla responsabilità e dalla complessità degli incarichi.

Ma non basta la competenza dei dirigenti, ci vogliono anche i risultati, che saranno verificati ogni anno, con particolare attenzione a chi avrà responsabilità sui fondi europei. Infine, ogni tre anni gli incarichi dirigenziali ruoteranno, per evitare incrostazioni clientelari e tenere la macchina amministrativa sempre al numero massimo di giri, efficiente e reattiva».