Callipo replica ai comitati di Oliverio: «Reazione scomposta, ho ribadito quanto deciso dall’assemblea Pd»
«Considerata la reazione scomposta, mi sa che ad essere affetto dalla sindrome delle primarie non sia io, ma gli animatori del comitato che ha sostenuto Mario Oliverio nella consultazione preelettorale». Gianluca Callipo replica alle dichiarazioni diffuse dal coordinamento dei comitati di Oliverio, che ha interpretato come un attacco diretto verso il proprio candidato quanto lo stesso Callipo ha detto nel corso della recente direzione regionale del Pd.
«Parto del presupposto, spero fondato, che le dichiarazioni del comitato non siano attribuibili direttamente a Oliverio, ma a chi vuole a tutti i costi apparire come più realista del re - spiega Callipo -. Tra me e il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, al quale ho immediatamente assicurato leale appoggio subito dopo l'esito delle primarie, non c'è nessuna guerra in corso e non comprendo, quindi, i toni bellicosi che sono stati assunti nei miei confronti. Alla direzione del Pd ho ribadito un concetto che avevo già avuto modo di esternare nelle settimane precedenti: le candidature promosse dal Pd, anche attraverso liste collegate, non possono riguardare consiglieri regionali uscenti che sono ancora nella maggioranza che ha sostenuto Scopelliti. È un concetto di elementare buonsenso, non certo una dichiarazione di guerra a Oliverio. Tanto più che questo orientamento è esplicitamente previsto in una deliberazione dell'assemblea regionale del partito, che il 22 settembre scorso, cioè meno di un mese fa, approvò all'unanimità un documento nel quale si legge: "Nessun candidato può provenire dalle file della passata amministrazione di centro-destra, sancendo il principio che non accettiamo e non sollecitiamo il trasformismo politico che tanto male ha fatto alla Calabria".
A decidere ciò fu la stessa assemblea che espresse una maggioranza di delegati a favore di Oliverio. Non vedo, dunque, come le mie parole possano essere interpretate come un attacco nei confronti dell'ex presidente della Provincia di Cosenza, se si limitano a ribadire questo principio, già affermato con voto unanime dall'organo deliberativo del partito. Se nel frattempo è cambiato qualcosa nella strategia del Pd calabrese è bene che la questione venga nuovamente sottoposta all'assemblea, che è l'unica legittimata a deliberare in proposito. A quel punto - conclude Callipo -, se dal nuovo pronunciamento emergerà un diverso orientamento della maggioranza ne prenderò atto, perché è così che funziona in democrazia».