PRIMARIE PD. Oliverio, Callipo e la tentazione delle “supercazzole prematurate”
“… Nella difficoltà che vive la Calabria sul piano economico e sociale, la condizione di Crotone e della sua provincia costituisce un punto dolente di acuta sofferenza. La crisi del polo industriale, i gravi ritardi nell’opera di bonifica del sito industriale, l’assenza di investimenti da parte dello Stato e della Regione, hanno messo in ginocchio l’economia della città e della provincia crotonese, che vive una condizione di grave marginalità. Crotone e la sua provincia hanno grandi potenzialità e costituiscono una preziosa risorsa da valorizzare nel progetto di crescita e di sviluppo della Calabria che bisogna mettere subito in moto. Il nostro impegno è quello di valorizzare i territori e le loro vocazioni di sviluppo, partendo dal basso per costruire una nuova Calabria e per dare un futuro alla nostra terra”.
(Mario Oliverio, candidato alle Primarie del centrosinistra, Crotone 19 agosto 2014)
***
Crotone e la Calabria lo aspettavano: un altro, l’altro “novello” (mica tanto) don Chisciotte pronto a spendersi per le città e dunque per l’intera regione. Arrivato a cavallo del suo destriero, accompagnato dai fidi Sancho Panza, valicando i “passi” silani alla (ri)scoperta in questo caso della costa jonica e delle sue “preziose risorse”.
In questi intensi e controversi giorni di primaria-campagna-elettorale tutti pronti a spendersi qua e là, in luoghi e antri che in passato (forse) è andata bene se hanno visitato solo di sfuggita. Ora strette di mano, incontri in quartieri “disagiati”, promesse di impegno, abnegazione, palliativi e cotillon. Ed a finire, foto ricordo tutt’abbracci e sorrisi. I selfie, d’altronde, vanno di moda e hanno il loro appeal; i rivali, in questo senso, sono un po’ più avanti, non fosse altro per l’età.
Signore e signori, è partita la corsa al consenso! Tutti a bordo e pronti ad un altro giro di giostra. Godetevi la festa e orecchie attente alla musica (forse sarebbe meglio dire alle litanie) perché di spartiti, avvero di contenuti, fin’ora manco l’ombra. “Valorizzare i territori … partendo dal basso per costruire una nuova Calabria”. Complimenti anche a lei Oliverio: sostanza, concretezza e soprattutto progettualità. Per dirla alla Tognazzi, di supercazzole - prematurate o meno - se ne sente sempre il bisogno in questa terra che di burle, soprattutto della politica, ha fatto incetta per decenni e che, me lo consenta, ricordano tanto quelle attuali e di matrice tosco-romana di cui lei invece dovrebbe rappresentare l’antitesi.
Ma che vuol dire? Come lo vuole mettere in moto “il progetto di crescita e di sviluppo” di questa regione? Se, come si dice, rappresenta l’esperienza politico-amministrativa, l’usato-sicuro come l’ha definita Callipo in un’intervista orecchiata sfuggitamente in tv, non mi cadrà anche lei nel gioco delle vuote parole, dei proclami altisonanti e inconsistenti? Da una lunga esperienza istituzionale ben altre dovrebbero essere le frasi che vorremmo ascoltare: fatte di sostanziali proposte, osservazioni efficaci e propositive; forse meno comprensibili dalla “base”, come l’ha definita, ma che ci lascino intravedere prospettive concludenti e non esternazioni retoriche e populiste di uso “renziano” ora, ma di scuola “berlusconiana” prima.
Sono certo che lei abbia grandi doti e capacità da mettere in campo ma il timore è che anche lei si abbandoni al marketing, quello che si sostituisce alla buona Politica ad uso e consumo di una classe dirigente che - a volte e mi auguro non nel suo caso - pare preferire le “acque torbide dove si pesca meglio”. Il problema è però che questa terra, stremata e asfittica, è stanca di chiacchiere e frasi di circostanza con cui, alla fine del mese, non ci compra né pane né vino né altri beni di prima necessità. La Calabria, credo converrà, ha bisogno di guardare al futuro con gli occhi di un “aspirante” leader, di un comandante (per tornare in ambiti marinari) che, come canta De Gregori, stia dritto sul cassero e tracci la rotta: soprattutto lungo la nebbia.
Altrimenti, è vero: cambiamo, rottamiamo, affidiamoci alla gioventù o all’inesperienza. D’altronde, peggio di così …
V.R.