Cgil Crotone su riforma del mercato del lavoro
“La situazione economica e sociale del nostro paese è grave , quella del nostro Sud ancora peggio. Ci sono due problemi diventati ormai ineludibili . Il primo , è che l’Italia non cresce. Siamo in deflazione , gli investimenti non riprendono , la disoccupazione soprattutto quella giovanile cresce , i consumi calano e il gettito fiscale diminuisce. Le conseguenze di tutto ciò sono drammatiche. Nessuno può ragionevolmente difendere questa situazione.” È quanto si legge in una nota della Cgil di Crotone.
“Cambiare si deve , e senza perdere tempo perché ogni ritardo lo pagano i più deboli. Quando c’è una grave malattia non si può tergiversare , servono terapie e medicine adeguate. Quelle giuste però iii Ad oggi sul piano economico , purtroppo non siamo a niente , nessuna terapia è stata messa in atto o proposta . Invece sulla dualità del mercato del lavoro si è detto che la causa risiede nella Legge 300 del 1970 : lo statuto dei lavoratori , tant’ è che , insieme alle rovinose modifiche delle leggi sugli appalti che hanno aperto nuovi varchi a illegalità e lavoro nero , l’obiettivo del governo si è spostato contro le norme che limitano il controllo a distanza dei lavoratori , la possibilità di favorire il loro demansionamento o il licenziamento senza nessuna giustificazione , senza rendere chiaro come questo eliminerebbe tutte le forme di precariato preesistenti. – Prosegue la nota - Avvertiamo qualche contraddizione .Nel momento in cui il paese dovrebbe definire una seria politica industriale , puntare ad un più alto modello di specializzazione , valorizzare competenze e conoscenze , si immagina una riforma del mercato del lavoro in modo da renderlo autoritario e gerarchico , meno adeguato a valorizzare il talento e la creatività dei nostri giovani. Non sarà di certo spiandoli , demansionandoli , che daranno il meglio di se stessi , e senza di loro non potremo mai vincere la sfida competitiva.Se , come dicono i dati , abbiamo ancora un tessuto produttivo che vince nella sfide globali è perché ci sono realtà che dimostrano che è possibile farcela , e guai a noi se non ci crediamo.
Le facciamo dove si lavora bene. Servono quindi regole che favoriscono il buon lavoro , soprattutto in una terra come la nostra dove a volte sembra quasi impossibile sperare che si possa trovare del buon lavoro. Servono quindi regole che favoriscano il lavoro sano e regolare , un ambiente favorevole all’innovazioni , alle nuove tecnologie , che offra ai giovani fiducia e libertà. Allora lasciamo da parte ricette vecchie di 20 anni , il mondo è cambiato , il lavoro è cambiato . Nessuno pensa si debba affrontare il cambiamento con vecchi strumenti , ma neppure si può tornare agli anni ’50. Se il governo vuol fare sul serio , noi siamo pronti anche a Crotone. Si apra al confronto e troverà proposte e soluzioni all’altezza della sfida. – Conclude la Cgil - Quello a cui non saremo disposti è sostenere ricette sbagliate. Vogliamo troppo bene al nostro territorio come a tutto il paese per non sapere che un errore adesso rappresenterebbe un colpo terribile alla credibilità e alla fiducia che dobbiamo avere per superare questo difficile momento , convinti che un modello che dice “ investite qui perché vi saranno consentite maggiori ingiustizie “ non solo è devastante sul piano della cultura democratica , ma non funzionerà mai nemmeno sul piano economico. In particolare in quelle parti del paese come il mezzogiorno , la Calabria e il Crotonese dove da sempre lottiamo per la giustizia sociale e per il buon lavoro , unica strada per uscire dall’isolamento.”