Panedigrano e Viola, lettera aperta al commissario Pezzi sui centri trasfusionali

Catanzaro Salute

“Generale Pezzi, abbiamo accolto la Sua nomina a Commissario per l'attuazione del Piano di Rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria con fiducia in un suo operato improntato a capacità e spirito di imparzialità e per questo le auguriamo sinceramente buon lavoro”. Questo l’incipit della lettera aperta di Nicolino Panedigrano e Riccardo Viola, al commissario Pezzi.

“Sappiamo - continua la lettera - che il Suo compito da oggi diventa ancora più gravoso, impegnativo e carico di enormi responsabilità. E per questo ci rendiamo conto che non avrà molto tempo da dedicare all'ascolto delle voci che, come la nostra, promanano dai tanti territori della nostra martoriata regione.

Le chiediamo, però, solo una manciata di minuti di attenzione, a motivo del fatto che già in precedenza ed in occasione delle grandi manovre di Giunta Regionale per le nomine dei nuovi DG o Commissari delle Aziende Sanitarie (nomine finalmente certificate come illegittime) ci eravamo rivolti a Lei per inviarle con spirito di collaborazione e a mezzo pec due dossier in cui erano esposti i plurimi e gravi motivi che si frapponevano alla riconferma del DG dell'ASP di Catanzaro.

Ora siamo a sottoporre alla Sua attenzione un argomento oggettivamente urgente, ma che settori del Dipartimento Salute della Regione hanno affrontato in modo affrettato, superficiale e (alcuni) anche con un non troppo velato conflitto di interesse e che riguarda anche e potrebbe definitivamente pregiudicare, senza una reale necessità e contro una logica di sana ed equilibrata amministrazione della cosa pubblica, le strutture sanitarie del nostro territorio.

Riteniamo, infatti, che uno dei primi atti che Le verranno sottoposti sarà quello di ri-emanare il DPGR n. 58 del 26.6.2014 “Approvazione progetto di riorganizzazione del Sistema Trasfusionale regionale” finora palesemente invalido, perché emanato da Scopelliti quando non era già più Commissario al Piano di Rientro. E siamo subito a chiederLe di non farlo prima di una verifica sui suoi contenuti che appaiono ictu oculi non motivati e non funzionali.

Quel decreto vorrebbe disporre che alcuni Servizi Trasfusionali rimangano attivi solo per alcune funzioni e solo dalle ore 8.00 alle 14.00, demandando ad altri Servizi Trasfusionali l'attività delle ore pomeridiane, notturne e festive.

Questa decisione non è in alcun modo motivata e non tiene conto che Servizi Trasfusionali sono presenti nella nostra Regione in tutti gli Ospedali della rete emergenza-urgenza e che, perciò, non possono essere assoggettati a ridimensionamenti delle attività senza inficiare gravemente le possibilità di cura in emergenza.

Il decreto prevede, inoltre, la istituzione di un Centro Regionale Unico di Qualificazione Biologica che viene allocato nel Servizio Trasfusionale di Catanzaro con la motivazione della sua posizione geograficamente baricentrica. Si tratta, in questo caso, di una giusta determinazione di accorpare l'esecuzione di analisi necessarie per le trasfusioni in un unico punto regionale, ma che viene attuata in modo irrazionale.

Come dimostrano, infatti, le esperienze delle Regioni che da tempo hanno attuato simili decisioni, questo Centro Regionale Unico di Qualificazione Biologica (detto anche Officina Trasfusionale) va strutturato ex novo, nella parte della Regione raggiungibile in minor tempo da tutte le parti e con la possibilità di percorsi alternativi per la sicurezza delle intercomunicazioni dalla quale dipende, una volta attivato il Centro Unico, la possibilità di trasfondere unità di sangue.

Sarebbe perciò un grave errore sistemare una simile struttura, che ove è operativa impegna un locale di minimo 2000 mq, nel Servizio Trasfusionale di Catanzaro che ha noti e rilevanti limiti di accessibilità, di tempi di percorrenza, di spazi. Mentre sicuramente tra le aree più accessibili, baricentriche e dotate di infrastrutture rientra quella di Lamezia Terme.

Vogliamo anche segnalarLe che quel decreto per la parte tecnica è a firma della Dott.ssa Rizzo, che che è anche Responsabile della Commissione per l’accreditamento dei Servizi Trasfusionali e che in tale veste ha predisposto il crono programma delle visite di verifica in vista della scadenza del 31 dicembre 2014.

Noi abbiamo individuato in questo cumulo di funzioni, ed anche nel fatto che la dr.ssa Rizzo si è avvalsa della collaborazione del Primario del Servizio Trasfusionale di Catanzaro (cui dovrebbe far capo il Servizio Trasfusionale di Lamezia se venisse ridimensionato) un evidente conflitto di attribuzioni. E la nostra intuizione ha avuto purtroppo piena conferma nel fatto che, col crono programma delle visite ispettive da lei redatto, la dr.ssa Rizzo ha fissato la prima delle visite proprio nel Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Lamezia Terme, dove era ben noto che vi fossero in corso i lavori per gli adeguamenti richiesti e da dove per questo motivo erano state avanzate comprensibili richieste di posticipazione dell’ispezione, richieste che sono state guarda caso immotivatamente e rigidamente respinte, soprattutto dalla stessa dr.ssa Rizzo e dalla Primaria del centro Trasfusionale di Catanzaro che faceva parte della commissione ispettiva.

Infine riteniamo utile segnalarLe anche che nell'affrontare il tema dell'ipotesi di un ingiustificato ridimensionamento del Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Lamezia Terme l’ex Direttore Generale dell’ASP ha affermato in conferenza stampa che “dietro questa vicenda vi sono interessi oscuri”, che vi sono “malandrini” che maneggiano le carte, e che vi sono” fatture gonfiate”. Affermazioni, come vede, gravissime, ma che purtroppo sono rimaste allo stato senza seguito e senza chiarimenti.

Siamo sicuri della Sua attenzione e Le dichiariamo la disponibilità ad essere sentiti, se riuscisse a trovare il tempo per convocarci, in merito alla riorganizzazione del Sistema Trasfusionale ed alle necessità più urgenti ed immediate per la sanità di Lamezia e del lametino”.