Il Consiglio comunale approva il bilancio di previsione 2014 e i suoi collegati
Il Consiglio comunale di Cosenza, presieduto da Luca Morrone, e riunito eccezionalmente nella Sala Quintieri del Teatro Rendano, ha approvato il Bilancio di previsione 2014 e tutti i suoi collegati, con votazione separata, ma accorpandoli in un’unica discussione.
Prima ancora di entrare nel merito delle pratiche di natura finanziaria, il consigliere di SEL Giovanni Cipparrone ha chiesto di anticipare la discussione sul punto relativo alla questione ROM “non solo alla luce di fatti di cronaca delle ultime settimane ma, soprattutto, perché in via Popilia, vicino alla stazione, sta nascendo una tendopoli della quale non sappiamo nulla”.
L’aula ha bocciato l’inversione, sebbene la maggioranza, attraverso il consigliere Claudio Nigro, si fosse impegnata a trattare l’ordine del giorno nella medesima seduta, subito dopo l’approvazione del bilancio. Il diniego all’inversone ha però determinato l’allontanamento dall’aula del consigliere Cipparrone. La seduta è dunque entrata nel vivo delle argomentazioni con la relazione del Vicesindaco e Assessore alla programmazione finanziaria Luciano Vigna.
Di seguito la relazione di Luciano Vigna. “L’argomento è delicato – ha detto l’Assessore Vigna riferendosi in prima battuta al regolamento e alla tariffazione del tributo TARI (ex Tarsu) - perché avrà effetti diretti sulle finanze dei cittadini. La prospettiva è diversa da quella della Tarsu, cambia innanzitutto il principio che oggi il totale dei costi deve essere coperto dagli avvisi di pagamento emessi, quindi dai ricavi. Questo è il cosiddetto concetto di normalizzazione, che prevede non via sia più differenza tra spesa e incassi. Il presupposto della TARI – ha spiegato ancora Vigna - non è più legato al possesso o alla detenzione di volumi bensì paga chi produce più rifiuti. Ecco perché vi saranno differenziazioni, percepite più da alcune categorie che non da altre. Primo elemento fondamentale è la normalizzazione.
Il costo totale del servizio è di circa 14 milioni al lordo delle esenzioni, con le esenzioni è di circa 13 milioni e mezzo, con un calo dunque di circa il 10% rispetto allo scorso anno, dovuto all’aumento della percentuale di differenziata. Il volume dei costi è diviso tra utenze domestiche e non domestiche, con una differenziazione che è ripartita per il 45 % sulle utenze domestiche e per il 55% sulle non domestiche. La differenziazione è a sua volta composta da una parte fissa e una parte variabile, e per le utenze domestiche è legata al numero dei componenti il nucleo familiare.
Stesso discorso per le categorie dell’uso non domestico. Si è dovuto spalmare tutte le precedenti categorie della Tarsu in 30 categorie di Tari. Significa che vi sono attività che subiranno un rilevante aumento e altre che subiranno una diminuzione. Per questo abbiamo cercato di andare incontro ad una serie di categorie: le famiglie, mantenendo lo stesso livello di esenzione dell’anno scorso che è totale fino ai 5000 euro; meglio si differenzia e meno pagheranno i cittadini. I margini di discrezionalità su questo tributo sono minimi, è chiaro però che stesso regolamento prevede per il futuro scenari nuovi, da qui a breve immaginiamo strumenti di misurazione che permetteranno di misurare al centesimo l’apporto di ogni singolo nucleo familiare e di ogni singola azienda per determinare meglio il carico contributivo. Altra nota sulla Tari è stata quella di accogliere la richiesta del consigliere Caputo, e approvata da tutta la Commissione consiliare, relativa alla riduzione importante, del 50%, per gli esercenti che hanno problemi legati alla presenza di cantieri che superano i sei mesi di durata, come quello di piazza Bilotti.
Altro elemento è la possibilità di prevedere delle forme di rateizzazione per importi che superano una determinata soglia. Infine, questo tributo sarà gestito all’interno degli uffici comunali, cosa che non accadeva da anni, rimarranno solo i costi della postalizzazione, con un risparmio di 750milaeuro”.
Sul Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, l’Assessore Vigna ha evidenziato “l’azione che l’Amministrazione sta portando avanti e che riguarda l’alienazione delle case cosiddette residenziali popolari. Un’attività – ha detto - presa a cuore che ha un effetto di riduzione dei costi di manutenzione e un maggiore incasso; con la possibilità del pagamento rateale del bene stesso, stiamo riscontrando un buon successo. Abbiamo riscontrato che i mancati introiti dei canoni di locazione erano dovuti anche all’inerzia degli uffici perché molte strutture erano prive di contratto o occupate abusivamente. L’attività di regolarizzazione ha già portato ad acquisire 70 richieste di acquisto. L’obiettivo, tra il 2014 e il 2015, è di alienare circa il 60% dei beni a nostra diposizione attraverso la regolarizzazione dei soggetti privi di titolo che, in virtù della legge regionale, hanno diritto all’acquisizione nonché la predisposizione degli atti perché ogni titolare possa esercitare il diritto di prelazione”.
“Sul Bilancio di previsione – ha proseguito Luciano Vigna nella sua relazione - la linea che stiamo portando avanti ormai da 3 anni segue un’impostazione chiara che è quella della riduzione della spesa da una parte e del miglioramento delle entrate dall’altra. Parto dal dato che negli ultimi tre anni abbiamo stralciato circa 50 milioni di crediti iscritti in bilancio. Da qui a fine mese stiamo predisponendo un riaccertamento straordinario di ulteriori 20 milioni di euro, entrate iscritte in bilancio che non si sono mai trasformate in liquidità. Ecco perché lo sforzo di migliorare la credibilità delle entrate è un elemento fondamentale. Quest’anno non abbiamo inserito in bilancio nemmeno un euro per recupero dell’evasione fiscale, perché riteniamo che non debba finanziare la spesa corrente ma essere un risultato che poi servirà a stralciare ulteriori crediti presenti in bilancio.
La spesa corrente subisce una ulteriore diminuzione, oggi 87milioni906mila che comprende il fondo di svalutazione crediti che è di circa 9 milioni e le entrate di natura vincolata. La spesa totale è quindi inferiore di circa 1 milione di euro a quella dell’anno scorso e si conta di arrivare il prossimo anno a una riduzione del 10 %. Passi piccoli ma verso una tendenza che porta al miglioramenti dei conti. Sul piano di riequilibrio, la corte dei conti ha ritenuto il piano non congruo al risanamento finanziario dell’ente. Sappiamo bene che l’ottimismo non era elevato, in Calabria La Corte ha bocciato circa il 98% dei piani. Nel 2011 aderimmo al decreto salva comuni in assenza del quale saremmo andati in dissesto. Siamo stati tra i primi in Italia ad approvare il pano di riequilibrio in virtù di questa emergenza, con l’esigenza di evidenziare la nostra visione del riequilibrio dei nostri conti.
Oggi il Comune di Cosenza, in virtù di ritardi non imputabili all’amministrazione, non può ripresentare un piano ma può fare ricorso. Noi abbiamo intenzione da qui a breve, intorno al 10 ottobre, di organizzare una nuova seduta consiliare per discutere i debiti fuori bilancio e il Consiglio prenderà atto di un nuovo riaccertamento straordinario dei residui. Tutto ciò porterebbe al compimento di un primo risultato, la chiarezza e la trasparenza dei conti. È chiaro che non parliamo di un ente risanato ma strutturalmente deficitario che cerca di superare le criticità attraverso uno sforzo concreto che si evidenzia nei numeri.
Rispetto a dicembre 2012, lo scenario è totalmente cambiato, quelli che allora potevano essere gli effetti dirompenti di un dissesto oggi probabilmente non sarebbero percepiti dalla città per una serie di cose che nel frattempo siamo riusciti a fare, la riduzione della spesa del personale, il venir meno dei contratti in proroga per le cooperative, il monte delle passività, che da qui a 30-40 giorni al massimo vedrà come unico debitore del Comune di Cosenza la Cassa depositi e prestiti. Un quadro leggermente più sereno, e se arriveremo al 10 ottobre sistemando anche la partita dei debiti fuori bilancio, metteremo una pietra miliare sulla certezza dei nostri conti, indipendentemente da quelle che saranno le scelte rispetto al piano di riequilibrio.
Hanno preso parte al dibattito soltanto i consiglieri Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) e Marco Ambrogio (PD). Il primo ha sostanzialmente evidenziato all’aula che “la delibera che si va ad approvare ha una sua logica se si approvano i debiti fuori bilancio. Mi chiedo anzi come mai non abbiamo provveduto prima a licenziare quella pratica, perché non abbiamo licenziato prima questo problema? Credo che dovrebbe preoccupare i fautori di questa pratica che qualcosa non sia andata per il verso giusto”.
Marco Ambrogio ha parlato invece di “un risultato importante per la riduzione della Tari e per le politiche di esenzione. Abbiamo particolari categorie commerciali che vengono colpite maggiormente, come ristoranti e pizzerie, abbiamo così chiesto l’inserimento di esenzioni e sgravi per categorie di commercianti che provvedono a smaltire rifiuti e la rateizzazione. Su questi punti siamo dunque per l’astensione. Cambia la posizione per quanto riguarda il bilancio di previsione, più critica rispetto all’operato dell’Amministrazione ma non significa che vogliamo sottrarci alle responsabilità e, per quanto possiamo essere critici rispetto alla bocciatura del piano di riequilibrio, dobbiamo dire che il decreto Salva Roma non può essere un rimedio per alcune città e discriminarne altre. Come presidente dell’Anci Giovani Calabria presenterò la richiesta di estendere il periodo temporale a tutto il 2014 per consentire al nostro ente di rimodulare il piano”.
Il bilancio di previsione è stato dunque approvato con 16 voti a favore (compreso quello del Sindaco), i voti contrari dei due consiglieri del PD presenti in aula9 Ambrogio e Lucente), l’astensione del consigliere Sacco.
Il Consiglio comunale, vista l’assenza dall’aula del consigliere Cipparrone, primo firmatario dell’Ordine del Giorno sull’emergenza ROM, ha poi deciso per il rinvio a nuova convocazione.