Abusivismo edilizio: Catanzaro, scagionati sei indagati
Sono stati scagionati per quasi tutte le accuse contestate sei dei dieci indagati in un caso di presunti abusi edilizi che ha coinvolto dirigenti e funzionari del Comune di Catanzaro. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura del capoluogo a giugno, infatti, il giudice dell'udienza preliminare ha emesso una sentenza di non luogo a procedere "perchè il fatto non sussiste" per coloro ai quali era contestato l'abuso d'ufficio, e cioè: l'ex dirigente e assessore comunale Vincenzo Belmonte (difeso dall'avvocato Vincenzo Ioppoli), l'attuale dirigente comunale Carolina Ritrovato (difesa dagli avvocati Ioppoli e Antonio Lomonaco); il funzionario di Palazzo De Nobili, Antonio Borelli (difeso dall'avvocato Lomonaco); e uno dei proprietari e committenti delle costruzioni "incriminate", Antonio Crispo. Non luogo a procedere "perche' il fatto non costituisce reato", poi, nei confronti delle persone imputate per falso, i due tecnici Salvatore Fava e Michelangelo Tarantino (difesi dall'avvocato Danilo Iannello). Per le restanti quattro persone coinvolte nelle indagini - Alessio Crispo, Stefania Crispo, Patrizia Crispo e Raffaellina Mirto (tutti difesi da Iannello) -, cui sono state contestate violazioni edilizie, infine, il gup ha rinviato gli atti in Procura perche' precisi le imputazioni. L'inchiesta giunta in aula, portata a termine dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, ha riguardato, in particolare, la realizzazione di opere che secondo la pubblica accusa sarebbe avvenuta "in assenza di permesso a costruire e/o qualsivoglia titolo abitativo" in localita' Coticchietto, un "zona - era precisato nel capo d'imputazione - peraltro sottoposta a vincolo per rischio elevato con associato perimetro frana". (AGI)