Discarica di Celico, Comitato: un fiume di percolato nell’ambiente!
Il Comitato Ambientale Presilano ha documentato una fuoruscita di liquido nero dai terreni che si trovano intorno alla discarica di Celico, in contrada San Nicola.
“Questa mattina – si legge in una nota - alcuni membri del Comitato Ambientale Presilano, recatisi al Presidio per accertare l’entità dei danni dovuti all’ennesimo atto di vandalismo degli scorsi giorni, durante una passeggiata lungo la strada che porta alla discarica di Celico, hanno riscontrato la presenza di un paio di mezzi meccanici (una trivella e un escavatore) e di due operai che eseguivano lavorazioni nei pressi della zona a valle della vecchia discarica pubblico-privata (So.Ge.d.) chiusa nel 2003. La scena che si è presentata davanti ai loro occhi è stata incredibile. Gran parte della sede stradale era ricoperta di fango misto a percolato. I sassi contenuti nelle gabbie d’acciaio, che fungono da diga per trattenere 107.000 metri cubi di rifiuti sversati negli anni, sono per lo più inzuppati e palesemente anneriti dalle infiltrazioni e adesione del percolato. È ovvio che il liquido nero, anche attraverso le cunette, scendendo a valle confluisce ... verso il torrente Cannavino, le falde acquifere e le terre coltivate".
Effettuate alcune fotografie e riprese video il Comitato Ambientale Presilano ha presentato denuncia presso la caserma dei Carabinieri di Celico e informato il Noe (Nucleo Operativo Ecologico dell’Arma dei Carabinieri). Denuncia che domani verrà depositata presso la Procura della Repubblica di Cosenza e presso il Corpo Foresta dello Stato.
"Per l’ennesima volta – affermano dal Comitato - semplici cittadini si vedono costretti a supplire all’assenza delle istituzioni preposte alla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. I contributi digitali diffusi dal Comitato non fanno altro che evidenziare come la zona di Contrada San Nicola abbia subito negli anni interventi che l’hanno deturpata e che pertanto è necessario una immediata caratterizzazione dell’area e un serio intervento di bonifica, nonché l’immediata sospensione di tutte le attività che determinano e/o potrebbero determinare un ulteriore aggravio della devastazione ambientale in corso".