Pochi nefrologi all’Ospedale Pugliese, Parentela e Cantelmi (M5S):”venga garantito il diritto alla salute”
“Il Commissario ad acta per il rientro del debito sanitario, Luciano Pezzi, corra subito ai ripari per garantire un servizio efficiente nel reparto di nefrologia dell’Azienda Ospedaliera ‘Pugliese-Ciaccio’ di Catanzaro”. Ad affermarlo è il Deputato M5S Paolo Parentela, che ha presentato sull’argomento un’interrogazione scritta al Ministro Lorenzin.
Gli fa eco Cono Cantelmi, candidato M5S a Governatore della Regione Calabria: “è impensabile che un diritto come quello alla salute venga sacrificato sull’altare della convenienza economica. Non possiamo più permettere che i cittadini calabresi siano costretti a scappare dalla Calabria per doversi curare”.
Nei giorni scorsi, il presidente regionale dell’ANED aveva denunciato pubblicamente alcune criticità dovute alla riduzione del 50% dell’organico nel reparto di nefrologia dell’ospedale di Catanzaro, punto di riferimento per i malati di gran parte della regione anche a causa della chiusura dei centri ospedalieri in periferia. “Ho chiesto al Ministro – afferma Parentela – se non ritenga opportuno sbloccare le assunzioni per le Aziende Ospedaliere calabresi, almeno nei casi in cui il blocco del turn-over ha causato problemi di efficienza operativa, come nel reparto di nefrologia del ‘Pugliese-Ciaccio’ di Catanzaro”.
“I nefropatici – proseguono Cantelmi e Parentela - non possono pagare sulla propria pelle la nefasta gestione politica sulla sanità. Per lo stesso motivo non è assolutamente accettabile che i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari debbano farsi in quattro per sopperire alla mancanza di personale. Il reparto di nefrologia dell’ospedale di Catanzaro esegue circa 12.000 sedute di dialisi ogni anno. Il Ministro Lorenzin ed il Commissario Pezzi hanno il dovere di intervenire immediatamente per garantire il diritto alla salute”.
Cantelmi e Parentela concludono:”Il Ministro Lorenzin non perda altro tempo e corra ai ripari. Bisogna fare in modo che il rientro dal debito sanitario per la Calabria non divenga sinonimo di assenza di cure per gli ammalati”.