Amantea, il sindaco sulle strutture di accoglienza dei migranti
“Il sovraffollamento della struttura ricettiva che ospita gli esuli africani è una questione che abbiamo più volte portato all’attenzione delle autorità competenti”. Il sindaco Monica Sabatino evidenza tutto il proprio dispiacere per le condizioni in cui sono costretti a vivere i rifugiati arrivati negli scorsi mesi ad Amantea ed alloggiati nei locali dell’ex hotel Ninfa Marina, così come ordinato dalla Prefettura di Cosenza. L’ente di governo bruzio, con il supporto del Dipartimento regionale di Protezione civile, ha disposto la sistemazione nel comune nepetino di circa 200 extracomunitari in una struttura concepita per accoglierne al massimo 45.
Da qualche giorno questi esuli hanno avviato una protesta simbolica ma densa di significati. Utilizzando i pochi mezzi che hanno a disposizione, come i cartoni delle scatole recuperate in giro e dei pennarelli hanno presidiato a turno la Statale 18, invitando i passanti a prendere coscienza della loro situazione: il cibo che gli viene fornito è di pessima qualità, hanno soltanto vestiti estivi e leggeri e non gli vengono dati i fondi per le piccole spese giornaliere che pure spetterebbero loro di diritto. In definitiva si sono ritrovati più poveri e più soli di quando sono partiti dai loro paesi d’origine. Il loro intento è del tutto simile a quello degli italiani che nel dopoguerra raggiungevano gli Stati Uniti ed il Sud America con la speranza di lavorare e mandare un po’ di soldi a casa. A loro anche questo diritto è stato negato.
«La situazione degli uomini e delle donne che soggiornano in via Firenze nell’ex hotel Ninfa Marina – spiega il sindaco Sabatino – è da tempo monitorata e mantenuta sotto controllo, interagendo in maniera continua sia con le forze dell’ordine, sia con la Prefettura. Quest’ultima è stata sempre tempestivamente informata di tutti i malumori e di tutte le problematiche che purtroppo queste persone subiscono. Anche i Carabinieri della locale stazione hanno provveduto ad effettuare un sopralluogo che ha consentito di predisporre una dettagliata relazione, anch’essa trasmessa in Prefettura. Da parte mia ho incontrato varie volte alcuni di questi ragazzi, confrontandomi con loro su ciò che stanno passando, su quelle che sono le loro aspettative e soprattutto sulle condizioni di soggiorno e di trattamento che, a loro modo di vedere, sono davvero al limite della tollerabilità. Mi hanno chiesto aiuto ed accogliendo la loro richiesta mi sono messa in contatto con la responsabile della cooperativa ed ho prontamente informato della questione anche la Prefettura di Cosenza. Purtroppo rispetto al recente passato non sono cambiati i protagonisti ed il film sembra destinato a ripetersi».
«L’ente municipale – prosegue il primo cittadino – non ha competenza in materia. Non possiamo intervenire in alcun modo. Siamo vicini senza se e senza ma a questi ragazzi che in maniera dignitosa cercano di modificare radicalmente la propria vita e rivolgiamo un appello alla Prefettura per fare in modo che il lieto fine possa essere finalmente scritto. Lavoriamo quotidianamente nel silenzio, senza ricercare vetrina mediatica alcuna e soprattutto senza rivolgere al prossimo false promesse. Il nostro unico obiettivo è rispondere alla esigenze della comunità».