Confcooperative Calabria: internazionalizzazione e nuovi mercati
In un’economia sempre più glocal aprirsi a nuovi mercati per le cooperative calabresi (e non solo) è un valore aggiunto, cui non è più possibile rinunciare in nome di una strategia “km0” che può portare qualche beneficio, ma di fatto limita la possibilità di crescita economica e occupazionale delle imprese, visto il mercato nostrano limitato a poche centinaia di migliaia di persone.
Partendo da questa sentita necessità, Confcooperative Calabria, grazie alla collaborazione della Cooperativa Agricola Lenti che ha offerto una funzionale e suggestiva location e al supporto anche di LegaCoop, ha promosso un evento che ha raccolto la partecipazione di un buon numero di cooperatori ed anche di alcune imprese non cooperative del settore agroalimentare, che sentono la necessità di scoprire nuovi mercati, per vendere i propri prodotti e garantire quei flussi economici, che permettono di creare occupazione e generare benessere nei territori.
L’incontro dal tema Nuovi spazi di mercato: internazionalizzare è stato aperto dai tre presidenti presenti al tavolo dei relatori: Alberto Statti presidente della cooperativa ospitante, nonché di Confagricoltura Calabria, che ha voluto evidenziare come oggi sia irrinunciabile fare sistema e lavorare insieme, per affrontare i nuovi mercati che sono sì una grande opportunità di sviluppo, ma al contempo se affrontati con leggerezza nascondono grandi minacce, che possono annichilire le piccole realtà dell’agroalimentare calabrese.
Parole cui ha fatto eco Pino Pellegrino, presidente di Legacoop Calabria, che ha sottolineato come oggi sia necessario portare in Calabria i buyer esteri per far conoscere loro le nostre realtà e al contempo dare strumenti efficaci alle cooperative per affrontare le richieste e le sfide dei grandi mercati esteri.
Più strutturato e pragmatico l’intervento di Camillo Nola, presidente di Confcooperative Calabria, che ha evidenziato come le criticità ad affrontare le sfide internazionali da parte delle cooperative e delle imprese calabresi in genere, siano di tipo sistemico: la politica regionale negli ultimi 20 anni non ha saputo dettare una linea netta, per far sì che le imprese internazionalizzassero, lasciandole spesso sole e in condizioni di non poter crescere, per raggiungere quelle dimensioni e quelle capacità operative che alcuni mercati richiedono e quasi impongono.
Per questo secondo il presidente di Confcooperative, ancor prima che la volontà delle aziende ad internazionalizzare, deve arrivare quella delle istituzioni locali ed europee di fornire i giusti strumenti finanziari e strutturali per consentire alle nostre cooperative di essere competitive e al contempo di curare la qualità dei prodotti, conservando l’unicità dei nostri luoghi.
Gli interventi più tecnici hanno trovato il valido supporto di Antonello Ciambriello e Danila Curcio, referenti del settore internazionalizzazione di Confcooperative Nazionale, che hanno sviscerato tutte le attività e i programmi messi in atto a livello nazionale, partendo da un saggio programma formativo, che prepari i dirigenti di azienda ad affrontare coscientemente i mercati esteri, fornendogli le basi legislative, metodologiche e tecniche per esportare. Oltre, ad aver illustrato tutta la serie di servizi che offrono alle cooperative la possibilità di un networking più rapido e funzionali in Paesi come il Canada, Hong Kong e il Giappone.
A supporto di queste iniziative ci sono quelle messe in atto dallo Sprint Calabria (Sportello regionale per l’internazionalizzazione) illustrate dal consulente del settore Antonio Panetta, che ha preannunciato una serie di visite di buyer e delegazioni straniere per favorire la conoscenza dei prodotti calabresi, oltre ad una serie di misure volte a favorire l’internazionalizzazione con il nuovo programma POR 2014-2020.
Il contributo finale è stato quello di Milena Berloco, della cooperativa Indaco, che sta sviluppando una serie di incoming, cioé visite da parte di investitori stranieri, che a fine novembre toccheranno la Calabria e porteranno buyer da tutto il Mondo a visitare alcune realtà cooperative e imprenditoriali regionali, per attivare una serie di scambi internazionali.
Le conclusioni affidate al direttore di Confcooperative Calabria, Vincenzo Canè, oltre a raccogliere i tanti spunti di riflessione e di crescita riscontrati nella discussioni e nell’illustrazione delle azioni atte a promuovere l’internazionalizzazione, hanno evidenziato come ci debba essere uno scatto in avanti anche da parte delle banche e degli enti finanziatori per fare in modo che le imprese possano affrontare i nuovi mercati senza paura del credit crunch e di tutti quei problemi odierni legati alla stretta creditizia, che ovviamente ha effetti ancora più forti su mercati internazionali che richiedono maggiori investimenti e attività bancarie.