Lucà (Confrtigianato): “Il sistema bancario sta abbandonando il territorio crotonese”

Crotone Attualità
Salvatore Lucà

La situazione creditizia delle imprese, soprattutto di quelle di piccola dimensione, rimane critica. Un credito sempre più scarso e costoso blocca le opportunità di sviluppo, scoraggia gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica. Tutto ciò mentre le nostre aziende sono alle prese anche con i ritardi di pagamento degli Enti pubblici e dei privati che le costringe a chiedere prestiti per compensare i mancati incassi dei ‘cattivi pagatori’. Quando le banche decideranno di sostenere la ripresa?” Riteniamo che la Calabria non interessa e di fatto si registra una situazione tragica a cui nessuno vuole porre seriamente rimedio”. E’ quanto sottolinea in una nota Salvatore Lucà, segretario generale Confartigianato Crotone.

“Quello che sta succedendo nei nostri territori ha dell’inverosimile, infatti ove non bastasse il costo del denaro che è il più alto d’Italia, il sistema in generale non vuole sostenere più le nostre imprese e di conseguenza la ripresa, malgrado i tanti proclami quotidiani di esponenti politici e istituzionali che poi concretamente non sono conseguenziali e fanno scorrere tutto in un silenzio veramente inquietante.

Per esempio, fino a pochi anni fa, avevamo due grandi istituti bancari che effettivamente, pur tra tante difficoltà, avevano sostenuto le nostre imprese e ci riferiamo a Banca Carime e Banca Popolare del Mezzogiorno. Oggi questi due istituti, alla chetichella, stanno abbandonando la nostra regione dove comunque hanno fatto, a suo tempo, le loro fortune. Probabilmente si è deciso che la Calabria deve servire, solo ed esclusivamente, come territorio di raccolta, gli investimenti si faranno altrove e quando si opera in Calabria i costi del denaro sono a dir poco scandalosi, vedasi per esempio la provincia di Crotone dove nei confronti di Bolzano il costo del denaro è al doppio. Se entriamo nel merito delle attività di questi istituti bancari, per esempio Ubi Banca, che in Calabria significa Banca Carime, ha presentato una ristrutturazione che prevede la chiusura di 8 filiali e un esubero di personale di circa 300 persone. L’altra nostra banca di riferimento e cioè la Banca Popolare del Mezzogiorno ha trasferito, armi e bagagli, il suo quartiere generale in quel di Modena.

Addirittura anche per sottoscrivere un accordo e/o una convenzione per esempio con un’Associazione, che è pura ordinaria amministrazione, bisogna attendere le determinazioni della sede modenese, mentre prima questo istituto era concreto punto fermo delle nostre realtà e simbolo della nostra crotonesità. Un bel risultato ottenuto dopo anni di accorpamenti e fusioni varie, complimenti veramente ai nostri amministratori! In questa situazione anche le misure approvate dal Governo centrale non avranno conseguenze positive, anzi riteniamo che senza credito e con i fondi europei che sistematicamente non riusciamo ad utilizzare, avremo solo un aumento esponenziale dei fenomeni criminosi e dell’usura.

In un momento in cui politica e sistema finanziario dovevano fare quadrato per creare sviluppo e posti di lavoro, assistiamo a queste determinazioni che non fanno presagire nulla di buono. Confartigianato ancora una volta vuole denunciare questo stato di cose, la Calabria ha bisogno di segnali forti perché lo stato socio economico di imprese e famiglie è difficilissimo e veramente preoccupante, ognuno deve fare seriamente la propria parte, noi insieme ai nostri “ capitani coraggiosi” siamo pronti e disponibili”.