Spanò, Confindustria: Crotone e mancato sviluppo, il territorio è debole. I tre dossier urgenti
L’impresa vive in simbiosi con il territorio in cui è allocata: se il contesto è efficiente e trasparente le aziende crescono, generano investimenti ed occupazione, contribuiscono cioè a creare un’economia sana e forte che coltiva in sé gli anticorpi contro ogni forma di malaffare e criminalità.
Confindustria opera nei territori per promuovere lo sviluppo delle imprese ma anche dei contesti in cui queste operano. “Da sempre dialoghiamo con tutti gli interlocutori locali in maniera propositiva ed indipendente per supportare ogni percorso utile a generare percorsi virtuosi, secondo una visione in cui l’impresa è al centro come fattore di crescita economica ma anche di progresso sociale. Continueremo a farlo con i futuri amministratori della nostra città, augurandoci di non dover solo rincorrere le emergenze”.
Queste le parola del presidente degli industriali di Crotone, Mario Spanò, che traccia il sentiero che le imprese locali dovrebbero seguire per uscire da questa fase di difficoltà in cui si trovano, e da un po’ di tempo.
Stato di difficoltà che lo stesso Spanò così descrive:
“Lo stato di salute delle nostre imprese riflette le debolezze del territorio e del Mezzogiorno d’Italia in generale. Negli ultimi dieci anni isolamento e spopolamento sono state le conseguenze più evidenti di un’economia diffusamente debole che non riesce a superare alcune cronicità”.
“I dati di Confindustria sul Mezzogiorno sono molto chiari: la disoccupazione giovanile si attesta sul 51,9%. Sono circa 1 milione e 200mila i giovani che al Sud non studiano e non lavorano. Basso tasso di scolarizzazione, alto tasso di abbandono scolastico, alto tasso migratorio universitario e migrazione intellettuale, evidenziano uno scenario preoccupante per la tenuta sociale ed economica del Sud d’Italia”.
“Anche nel nostro territorio la carenza di servizi e la debolezza dell’apparato amministrativo condizionano fortemente le prospettive di crescita economica, ponendosi come un deterrente alla attrazione di nuovi investimenti ed ostacolando inoltre la capacità competitiva delle imprese”.
In merito, poi, ai problemi contingenti, il presidente di Confindustria Crotone si sofferma anche sulle criticità dell’area industriale di Crotone.
“La Regione – dice Spanò - ha approvato a novembre scorso una legge che dispone la liquidazione coatta amministrativa dell’Ente. Questa stessa legge poche settimane fa è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri per incostituzionalità. Al di là di come i decisori istituzionali affronteranno nei prossimi mesi questa delicatissima vicenda, come Confindustria Crotone abbiamo da tempo rappresentato a tutti gli enti di governo del territorio la nostra preoccupazione e le nostre proposte per evitare che vengano interrotti alcuni servizi essenziali, tra questi la depurazione che è fondamentale ed estremamente rilevante sia ai fini della bonifica che della tutela dell’ambiente e della collettività”.
“A breve incontreremo il Prefetto ed il Commissario prefettizio anche sul sistema di videosorveglianza dell’area. Non è più tollerabile lo stato di abbandono in cui versa l’area industriale che, ricordo a tutti noi, rientra nell’area Zes e dunque in un’area di attrazione per potenziali nuovi investimenti”.
Quanto al rapporto con gli enti locali, alla prossima amministrazione comunale Spanò fa una richiesta precisa.
“Definire e rafforzare la macchina amministrativa, avviare gli investimenti legati ad Antica Kroton, concludere l’iter avviato sui contratti istituzionali di sviluppo, presidiare e contribuire propositivamente al governo ed allo sviluppo di porto ed aeroporto, avviare una interlocuzione qualificata sul post bonifica”.
“Serve una visione di sviluppo importante che metta a sistema porto ed aeroporto, economia del mare e sviluppo del patrimonio storico ed archeologico, fuori da logiche “condominiali” ma con un approccio anche multiterritoriale”.
Infine uno sguardo al futuro governo regionale. Su cui Spanò ha le idee chiare:
“Ha sul tavolo (il nuovo governo regionale, ndr) tre dossier urgenti: sanità, gestione del ciclo dell’acqua e dei rifiuti, gestione del sistema portuale calabrese e delle aree produttive. Un poker d’assi conclude Spanò molto delicato e pesante: sono però questioni vitali per garantire non solo sviluppo economico ma anche sociale e culturale”.