Comitato ex rione San Giovannello: “Ridare dignità al quartiere”

Reggio Calabria Attualità

Riceviamo e pubblichiamo il documento dell’ex Rione San Giovannello in merito alla proposta di riqualificare il quartiere.

“Nello scorso mese di marzo avevamo presenziato ad una manifestazione contro il degrado insostenibile del quartiere di via cava/Madonna di Fatima (ex San Giovannello).

Un quartiere posizionato in una zona ampia, spaziosa, panoramica: due lunghe file di caseggiati a fianco di una vallata attraversata da alti tralicci che sostengono i cavi dell’alta tensione emananti onde nocive, a pochi metri sopra le teste delle persone, che durante le giornate umide “friggono sinistramente”. Una vallata che dovrebbe rappresentare uno spazio meraviglioso di aggregazione e socializzazione. Virtualmente, un anfiteatro con panorama unico sullo Stretto, con spazi verdi per bambini, famiglie e anziani, che risulta - invece - preda del degrado e dell’abbandono. Quel pomeriggio, i cittadini del quartiere erano scesi in piazza per manifestare il loro enorme disagio che, non difformemente da qualsiasi altro quartiere della città era (ed è) estremo, gravissimo, con rischi enormi per la salute pubblica, causa diversi fattori concomitanti.

Cumuli di spazzatura a ridosso dei serbatoi dell’acqua (aerati da una griglia attraverso cui passano anche i fumi della combustione della spazzatura), che esce color marrone dai rubinetti e che non serve nemmeno alla pulizia e ai fabbisogni domestici...Sui volti carichi di dignità dei cittadini, angustiati, abbiamo letto una volontà di riscatto, di voglia di reagire. Abbiamo ascoltato con attenzione e raccolto le denunce: topi grossi come gatti che arrivano perfino ad introdursi nelle abitazioni; spazzatura maleodorante; abitanti del quartiere che esibivano certificati di acqua con cariche batteriche inconcepibili, che riferivano di casi ricorrenti di morti per leucemia, attribuendoli alle onde elettromagnetiche; anziani che dicevano di sognare semplicemente di avere un piccolo spazio dove incontrarsi, con un affitto che grava enormemente su una buona fetta della già magra pensione; con bollette dell’acqua da 800 euro, figli e nipoti da mantenere faticosamente agli studi o, peggio, disoccupati. E ancora, una fermata dell’autobus senza una pensilina, dove la domenica non transita nemmeno una corsa e non hai modo di scendere in centro se non si ha un mezzo proprio.

Per questo, è necessario un rilancio del comitato di quartiere che interagisca con personalità di alto profilo tecnico-scientifico come il prof. Manfredini che, nella sua vastissima esperienza come Assessore all’Urbanistica in Lombardia, vanta – tra l’altro – numerosi successi nel campo appunto dell’interramento dei cavi dell’alta tensione, e di cui il quartiere e la salute, la qualità della vita globale dei suoi residenti potrebbe trarne un vantaggio immane: una vera e propria rigenerazione urbana. Tra gli argomenti prioritari dell’agenda degli investimenti dell’Unione Europea, un treno da non perdere assolutamente (si parla di un investimento complessivo di 60 miliardi di euro per le regioni del Sud nel settore della rigenerazione urbana, e su cui la prossima amministrazione comunale dovrà centrare prioritariamente la propria attenzione)⃰”


Ci siamo chiesti: cosa fare? Serve denunciare un’amministrazione inesistente in una terra devastata? Un comune dissestato di fatto? Chi, come e quando potrà affrontare questi immani problemi? Siamo partiti da uno studio del problema attraverso la letteratura di settore e abbiamo deciso così di coinvolgere professionalità e competenze di alto livello scientifico del mondo universitario come il Prof. Dott. Architetto Manfredini e altri dell’Università Mediterranea, per valutare l’ipotesi di interramento dei cavi dell’alta tensione e un’adeguata rigenerazione urbana.

E’ emerso il bisogno di un’analisi dei dati del territorio e una valutazione attenta delle necessità, partendo da una programmazione, quantificando con poca approssimazione le economie da individuare ed impiegare, dando la priorità ai progetti fattibili e una lungimirante politica di rigenerazione urbana e di sfruttamento delle risorse e potenzialità, a partire dal meraviglioso progetto (sembra che sia stato abbozzato qualche anno fa’, ma mai portato avanti) di un anfiteatro e un parco annesso che permetterebbe di rivoluzionare la qualità della vita dei residenti nonché contribuirebbe al risollevamento economico (quante attività collaterali, fonte di reddito, potrebbero realizzarsi?), culturale e sociale.

Quale speranza di successo ci potrà essere senza andare a fondo sotto tutti i punti di vista? Senza la collaborazione dei residenti che forniscano tutti i dati possibili per poter elaborare un progetto realisticamente fattibile? Senza spingere la filiera di tutta la macchina amministrativa con proposte e possibili soluzioni?".