Carceri: Sappe, primi casi di tbc anche in Calabria
"Arrivano i primi casi di tbc anche nelle carceri calabresi. Una infezione che si credeva debellata, ma che nelle carceri continua ad evidenziarsi sempre più frequentemente. Il primo caso nei giorni scorsi a Laureana di Borrello e ieri a Vibo Valentia, dove anche il personale di polizia penitenziaria è molto preoccupato, per paura del contagio". Lo rendono noto Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario regionale in Calabria.
"Chiediamo all'amministrazione penitenziaria - aggiungono i due sindacalisti - di attivare al più presto tutte le procedure previste, a tutela del personale di polizia penitenziaria, il quale dovrebbe anche essere dotato di guanti e mascherine, per operare in situazioni a rischio.
"Una delegazione del Sappe, guidata dal segretario generale Donato Capece, nei giorni dal 25 al 27 novembre, visiterà gli istituti della Calabria, dove il Sappe - afferma lo stesso Capece - si conferma il primo sindacato della polizia penitenziaria, come in tutte le regioni d'Italia.
La Calabria, continua Capece, merita la massima attenzione per le problematiche legate al sovraffollamento e alla carenza di personale, ma anche per essere un territorio molto difficile, a causa della forte presenza della criminalità organizzata. Siamo sempre molto vicini ai colleghi della Calabria e stiamo monitorando, a livello nazionale, in modo particolare, alcune realtà come Palmi, dove continuano ad esserci ferie e riposi arretrati dal 2007 e gli uffici preposti al controllo e allo smaltimento dell'arretrato sembrano essere completamente assenti.
Non ci sfugge certo la situazione di Vibo Valentia, dove la forte riduzione dell'organico, voluta dal Dipartimento, sta creando grandi disagi al personale di polizia penitenziaria, così come a Catanzaro, dove l'apertura del nuovo padiglione e del centro clinico richiederebbero più personale di polizia penitenziaria. Sarebbe opportuno inviare al più presto un direttore è un comandante in pianta stabile ad Arghillà, così come necessita di un comandante anche l'istituto di Rossano.
A queste si aggiungono le difficili situazioni di Castrovillari, dove confluiscono ormai anche gli arrestati del territorio di Rossano, a causa della chiusura del tribunale della stessa città, di Rossano e di Crotone". (AGI)