Tomaino (Uil): “Insensibiluà istituzionale per i lavoratori precari”

Crotone Attualità

“La stagione autunnale, così come preannunciato, si è presentata più calda che mai e non solo per le alte temperature climatiche”. E’ quanto scrive Fabio Tomaino, segretario Confederale UIL Crotone.

“Il primo di ottobre infatti – continua la nota - abbiamo manifestato, con il popolo del precariato calabrese, in tre siti diversi, Catanzaro - Cosenza e Reggio Calabria, al fine di sottolineare un dissenso verso un'attività di Governo poco attenta e del tutto insensibile ai problemi socio economici della Calabria e per sollecitare la convocazione della "cabina di regia" uno strumento istituito dal Presidente del Consiglio con l'obiettivo di dare risposte in termini di legalità, sviluppo e lavoro.

Tale soggetto però, nonostante la presenza di numerosi e autorevoli ministri, non si è mai riunito, se non in sede di insediamento, ovvero in data 22 maggio 2014, quando il ministro Lanzetta ci ha elencato tutta una serie di buone intenzioni.

Proprio in data 1 ottobre, grazie alla presenza di tanti precari, si è riuscito ad ottenere una convocazione della cabina di regia, attraverso la mediazione del prefetto di Catanzaro, per giorno 8 ottobre, data in cui si è pensato bene, perfettamente in linea con la logica di disinteresse verso la nostra terra, di rinviare ulteriormente la seduta.

A quel punto, valutando negativamente l'atteggiamento del Governo nazionale, abbiamo deciso di alzare il tiro della protesta e del confronto, proclamando, noi della UIL insieme alla Cisl, la mobilitazione del 16 ottobre a Villa San Giovanni, in concomitanza con la riunione della cabina convocata alle ore 9.30 che, ignorando completamente il disagio e la rabbia che quello stesso giorno, migliaia di precari, esprimevano bloccando gli imbarcaderi e le ferrovie dello stato, iniziava con oltre 3 ore di ritardo.

Nelle prime ore del pomeriggio arrivava un comunicato del PD, frutto di un incontro tra la deputazione calabrese e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, nel quale riuscivano, faticosamente, ad avventurarsi un una sterile polemica con la Giunta Regionale che, certo, non è esente anch'essa da gravi inadempienze ma che, di fronte alla complessità e alla drammaticità delle problematiche, avrebbe potuto proporre una responsabile azione unitaria, mirata a dare risposte non oltremodo procrastinabili: trentamila precari abbandonati in uno stato di totale indigenza dal punto di vista economico e sociale con arretrati che, in moltissimi casi, si sommano ad oltre un anno.

Ma poco dopo ecco che si materializza il tanto atteso comunicato di palazzo Chigi che, tanto per non smentire la posizione già dal PD calabrese, rincara la dose sulle responsabilità della giunta regionale e sottolinea la disponibilità del Governo a considerare nuovi bisogni sulla questione degli ammortizzatori sociali in deroga.

In buona sostanza la montagna partorisce il canonico topolino, ovvero nulla.

Fin troppo evidente l'amarezza e la rabbia dei lavoratori che, ove mai ce ne fosse stato bisogno, percepivano il grado di disinteresse che la classe politico-istituzionale calabrese dimostrava nei loro confronti.

Senza considerare, come abbiamo avuto modo spesso di segnalare, che questi lavoratori, queste famiglie seguono ancora con fiducia e speranza le indicazioni del sindacato confederale, sempre e comunque finalizzate ad un confronto civile e democratico. Ma, come è noto il tempo finisce per logorare anche le migliori intenzioni e, quindi, Il rischio che l'intera vicenda possa assumere connotati ingovernabili, è fin troppo evidente.

Nonostante gli inutili documenti, la Manifestazione di Villa San Giovanni proseguiva nei canoni della compostezza e della legalità e le lavoratrici ed i lavoratori hanno continuato ad urlare in un'unica direzione: no all'assistenzialismo, si al lavoro.

Alle 22.30 l'autorevole intervento del Prefetto di Reggio Calabria, riesce ad ottenere ciò che qualche ora prima, a parere dei rappresentanti politici calabresi, sembrava impossibile: ovvero l’impegno, da parte del governo, al pagamento di due mensilità ai percettori di ammortizzatori sociali in deroga e, contestualmente, l'apertura di un tavolo di confronto sulla vertenza che, in Calabria, riguarda quasi 30.000 lavoratori.

Un buon risultato che, però, rischia di essere ulteriormente rallentato da una lentezza istituzionale che, ancora una volta, sottovaluta il disagio e l’esasperazione di migliaia di calabresi, infatti, ad oggi non vi è ancora alcun atto concreto”.