Rapporto Svimez, Molinari (M5S): “Occorre agire subito prima di condannare il Sud al crollo sociale”
“Il Sud è al sesto anno di crisi senza che nulla sia cambiato dal suo inizio : dall'emergenza produttiva a quella sociale, passando per il crollo dell'occupazione. Più della crudezza dei numeri viene fuori la difficoltà delle popolazioni meridionali nell'affrontare la vita quotidiana”. E’ quanto afferma Francesco Molinari, deputato del Movimento 5 stelle.
“La Svimez continua a predicare, anno dopo anno, nel deserto istituzionale, le possibili soluzioni per evitare che si consumi nel dramma collettivo una questione, quella meridionale, mai risolta. Allo stesso modo continuiamo a far presente le assenze e le manchevolezze della sua considerazione dalle linee guide di tutti i documenti economici presentati da questo Governo, in campo nazionale come in ambito europeo.
“In questi ultimi anni, l'assenza di una politica economica è stata nascosta dal problema del risanamento dei conti pubblici fatti pagare, direttamente ed indirettamente, dagli strati più deboli della popolazione, con un coinvolgimento sempre più marcato di un ceto medio, economicamente divenuto ormai border line. Il nostro Mezzogiorno, sud del sud dell'Europa, oltre alle miopie della mancata universalità dell'area Euro ed agli opportunismi che ne sono scaturiti, sta scontando l'inadeguatezza europea di una classe politica che gli ha fatto perdere importanti appuntamenti sulla strada dello sviluppo, condannandolo ad una concorrenza spietata dovuta all'ingresso nell'UE dei Paesi dell'est. Ciò, unito al venir meno delle risorse nazionali ordinarie, ha provocato il collasso. Continuiamo a chiedere di mobilizzare le risorse di questo territorio con politiche generali nazionali che puntino sul funzionamento della P.A. e del Welfare, che ad esso possa essere funzionale (scuola, sanità e giustizia).
“Ci uniamo, come già abbiamo fatto più di una volta, nella richiesta di una “logica di sistema” che sia qualificata da una prospettiva progettuale a lungo termine. Prioritario è il rilancio degli investimenti concordato in sede europea con dei vincoli e controlli per la partecipazione delle regioni al fine di garantire efficacia e raggiungimento degli obiettivi, spesso deviati da opportunismi locali. E' fondamentale dare luogo ad una politica industriale nazionale che tenga conto della necessità di far ripartire il Mezzogiorno con il coinvolgimento effettivo di un sistema creditizio che è finora mancato ovvero con un intervento - in surroga - di nuovi strumenti creditizi attivati dall'intervento pubblico, soprattutto in chiave di produzione per l'esportazione delle imprese meridionali, notoriamente carenti sotto quest'aspetto.
“Allo stesso tempo, per garantire sostegno alla domanda e proteggere dall'indigenza le famiglie occorrerebbe attivare uno strumento di contrasto alla povertà, come lo si voglia chiamare : a noi piacerebbe chiamarlo reddito di cittadinanza. Servirebbe a far sentire ancora cittadini italiani milioni di persone che non ci credono e, forse, neanche sperano più”.