Confcoop Calabria sul rapporto Svimez
“Quanto emerge dai dati contenuti nel rapporto Svimez per il 2014 non fa che confermare quello che attualmente noi tutti vediamo, vivendo le nostre realtà del Meridione e della Calabria. Una situazione di gravissimo disagio sociale, con soglie di disoccupazione mostruose, soprattutto nelle zone rurali; una situazione che di fatto deve preoccupare tutti, perché ignorando quanto sta accadendo, c’è il reale rischio che la coesione sociale venga meno, in particolare in Calabria, dove anche alcuni “storici ammortizzatori sociali” stanno venendo meno. C’è bisogno di ritrovare la volontà di dialogare tra parti sociali, tra politica e parti sociali e tra imprese e lavoratori, poiché da questa situazione si può uscire soltanto con una reale condivisione di una visione di futuro, che passa per una piena comprensione del reale stato della nostra terra”. E’ quanto scrive Confcoop Calabria.
“Futuro – continua la nota - che non può più ammettere situazioni al limite del grottesco, come quella che ha dato vita alla polemica tra Governo e Regione Calabria, in merito a Garanzia Giovani. Non è importante comprendere cosa sia realmente successo o chi abbia ragione, ma che la situazione di emergenza occupazionale che viviamo ha necessità di una soluzione, che passa inevitabilmente da una riforma del Titolo V della Costituzione, che preveda un riordino complessivo delle funzioni delegate agli Enti locali, riattribuendo quei poteri che incidono in maniera netta e fondamentale sul lavoro, che resta al di là di ogni retorica la vera emergenza della Calabria, del Meridione e alzando lo sguardo dell’intero Paese.
“Penso che la classe politica che governerà in Calabria non potrà prescindere da una richiesta di sostegno tecnico, per la gestione di diverse emergenze, alcune le definirei persino drammatiche quali l’utilizzo dei fondi strutturali, il fondo di sviluppo e coesione, i piani nazionali come Garanzia Giovani e quant'altro sia afferente la sfera degli investimenti per lo sviluppo e la creazione di opportunità di lavoro di aree fortemente degradate – dichiara Camillo Nola, Presidente di Confcooperative Calabria - dal 2011 ad oggi sono stati costruiti e definiti dal governo nazionale strumenti di supporto, per sostenere i sistemi regionali in forte difficoltà che prevedono livelli di assistenza tecnica flessibili e di diverso grado. Bisogna solo avere la volontà e l’umiltà di utilizzarli.”
Il rischio reale per la nostra regione, se la nuova Giunta non dovesse prendere subito coscienza della situazione critica in cui versiamo potrebbe essere un commissariamento che si diffonde a macchia d’olio, simile a quello avvenuto con la Troika in Grecia, dopo il recente collasso sociale ed economico, uno scenario in Calabria altamente probabile, più di quanto ciascuno di noi possa immaginare.
“Avere piena consapevolezza – aggiunge Nola - che è stato costruito in quarant'anni un sistema pubblico locale incapace di amministrare, ancora intriso di ignavia ed arroganza. Insieme, all'auspicabile forte assunzione di responsabilità della classe dirigente politica, che si insedierà dopo le elezioni regionali, possono rappresentare una svolta politica ed organizzativa, per avviare un percorso di sviluppo nuovo e un riavvicinamento dei cittadini nei confronti di un mondo ancora assai distante dai problemi del territorio, dei suoi cittadini e delle imprese. Chiedo ai candidati che si “sfidano” per la difficile missione di governare la Calabria una chiara posizione programmatica sul tema dei piani di azione, sulla modalità di gestione delle risorse che, a vario titolo, rappresentano lo strumento indispensabile per costruire un serio progetto di ricostruzione economica e sociale dei nostri territori.”
L’ultimo posto nella classifica della Calabria non deve sorprendere più di tanto, se conosciamo e comprendiamo un minimo il nostro territorio, ma dev’essere quel punto di partenza da cui staccarsi prima che sia realmente troppo tardi. Ridando dignità al lavoro, garantendo legalità e rispetto sociale, rinsaldando i pilastri di democrazia, partecipazione e coesione sociale, che oggi sono troppo spesso inconsistenti”.