“Pecunia non olet” ma la monnezza sì! Crotone e lo strano “fiorire” di discariche

6 settembre 2017, 17:11 Sr l'impertinente

“Al giorno d’oggi in America si può uccidere l’ambiente per il profitto privato. È possibile lasciare il cadavere sotto gli occhi di tutti, e nessuno chiama la polizia”: quanto sostiene Paul Brooks, si può adattare, benissimo, anche a Crotone e la sua provincia.


di Sr* l'impertinente

Non a caso, il territorio crotonese, ma anche quello provinciale, sembra avere una vera calamita per attrarre progetti che riguardano discariche e impianti similari, con un forte impatto ambientale.

Di questi progetti, la storia, non solo recente di Crotone ne è piena, a partire dalle mega discariche del gruppo Vrenna, che in passato hanno accolto rifiuti da tutta Italia e non solo.

Per passare, poi, a Ponticelli, dove gli abitanti vivono da anni nei miasmi dell'impianto di selezione dei rifiuti, con le istituzioni che promettono, da altrettanti anni, una delocalizzazione che non arriva, però, mai.

“In nome del progresso, l’uomo sta trasformando il mondo in un luogo fetido e velenoso (e questa è “tutt’altro che” un’immagine simbolica). Sta inquinando l’aria, l’acqua, il suolo, gli animali… e se stesso, al punto che è legittimo domandarsi se, fra un centinaio d’anni, sarà ancora possibile vivere sulla terra”.

Concetti, questi, espressi da Erich Fromm. Evidentemente lo psicoanalista e sociologo tedesco, non è tra le letture dell'assessore regionale all'Ambiente, Antonella Rizzo, che ha la capacità di annunciare “discariche zero” e, al tempo stesso, indire riunioni su nuovi impianti.

Il riferimento è al progetto di Giammiglione, il cui solo nome evoca nei crotonesi fantasmi che sembravano essersi dissolti ma che sono ricomparsi all'improvviso, con tanto di “Via” approvata dalla Regione.

E l'assessore non ha inteso rispondere sull'argomento, non a chi scrive, ma perfino ad un deputato della Repubblica, Parentela del M5s, ed ai due consiglieri grillini del Comune di Crotone.

Secondo Rachel Carson “per la prima volta nella storia del mondo, ogni essere umano è sottoposto al contatto con sostanze chimiche pericolose, dal momento del concepimento fino alla morte”.

Questa è, anche, una delle preoccupazioni dei cittadini di Strongoli, che si sono costituiti in un comitato per la salvaguardia del territorio per opporsi alla costruzione di un impianto di riciclaggio dei rifiuti e soprattutto il “no” alla proposta de “la cittadella del recupero” presentato dall’azienda Ostro all’Amministrazione comunale.

Altro territorio sul quale pende la spada di Damocle di una discarica è quello di Scandale, dove è ancora in corso il procedimento autorizzativo della discarica da realizzarsi in località Santa Marina.

Il tutto inizia nel 2010 con Ecolsystema che presenta alla Regione Calabria il progetto per la realizzazione di un impianto di rifiuti contenenti amianto, ma i cittadini di tutta la provincia oppongono una ferrea resistenza: nel 2013 il progetto viene accantonato.

Come per Giammiglione, nel 2016 ricomincia l’epopea della discarica a Santa Marina di Scandale, semplicemente cambiando i codici Cer - identificativi della tipologia di rifiuti d’ingresso in discarica - con la Regione Calabria che, anche in questo caso, evoca il talismano del decreto sulle “discariche zero” ma poi compie atti in direzione contraria.

Secondo Norbert Wiener “abbiamo modificato così radicalmente il nostro ambiente che adesso dobbiamo modificare noi stessi per sopravvivere nell’ambiente nuovo”.

A Crotone, questa massima, è di casa. Ed il Comune pitagorico, poi, ci sta mettendo del suo, ostinandosi a non far partire la raccolta differenziata, nonostante sia stata attivata sulla carta da oltre un anno, e persistendo lo spettacolo dei rifiuti per strada che ciclicamente si ripresenta.

Così come i cittadini, che, ciclicamente, si sbarazzano alla bell'e meglio di materassi, mobili ed ogni altro rifiuto ingombrante, semplicemente depositandoli accanto ai cassonetti e non nell'area archeologica, dove il conferimento è gratis.

“C’è ora così tanto inquinamento nell’aria che se non fosse per i nostri polmoni non avremmo il posto per metterlo”, Robert Orben.

E dove non ci sono rifiuti, c'è il cemento. È quanto accaduto, infatti, nella querelle di Scifo, anche questa sventata ma che alla fine ha visto tra i colpevoli non chi ha consentito un mega villaggio turistico (poi bloccato) ma chi ha fatto emergere il problema, l'archeologa Margherita Corrado.

È un Paese ben strano, questo, dove la linea di confine tra colpevoli ed eroi è minima e spesso confusa e, così, sempre per restare alla questione Scifo, chi ha portato alla luce la vicenda non è stata premiata ma querelata e sarebbe stata, perfino, bandita.

Una domanda sorge spontanea: come mai il proliferare di tutti questi progetti concentrati in un territorio che, tra l'altro, è uno dei più penalizzati in termini di infrastrutture? Non è che gli imprenditori della “monnezza”, qui, vi hanno trovato nei rapporti con politici ed istituzioni sempre terreno fertile?

Si dice che pecunia non olet sed scarseggiat semper (il denaro non puzza ma scarseggia sempre) ed a Crotone questo vale soprattutto quando la stessa pecunia viene dal settore dei rifiuti?

* Simbolo dello stronzio