Uno sceriffo a capo della ‘Giunta delle ramazze’ e finalmente a Crotone si scopa

Crotone Attualità Vincenzo Ruggiero

Crotone non finisce mai di stupirti: una città dove mentre porti il cane a passeggio un vecchietto aggrinzito dal sole si lamenta a prescindere perché gli caghi per strada e se poi accade, come ti chini a raccogliere la merda dal marciapiede ti impropera dandoti dello sborone; nel frattempo una signora in ciabatte ma camicetta firmata e Rolex al polso assiste alla scena, ti fa i complimenti per il gesto di civiltà e intanto abbandona con nonchalant il sacchetto del market - doppiamente annodato e unto dai rifiuti - a fianco e non dentro al cassonetto dell’immondizia.

Se credete sia solo frutto del sarcasmo siete in errore. È capitato davvero e invita a riflettere con che razza di caleidoscopio di singolarità antropiche abbia a che fare “Ufo” Pugliese nella sua convinta volontà di ripulire questa città sudicia all’inverosimile.

Da buon marinaio il sindaco di Crotone ha bisogno di certo di una gran dose di santa pazienza per affrontare l’insolita (disfattista) marea ma anche dell’abilità di indossare velocemente non solo i panni di “Mastro Lindo” - a cui, e a ben vedere, somiglia pure di più - quanto piuttosto quelli di “Braccio di Ferro”.

I crotonesi se ne facciano una ragione e siano avvertiti: questa è la “Giunta delle ramazze” condotta non più dal garbato capitano preelettorale ma da uno sceriffo dal nuovo cipiglio incazzoso col duro compito di far rispettare la Legge nel periferico villaggio di un Far West in salsa Calabra, dove le regole sono da tutti invocate a condizione che sia quell’altro ad osservarle.

Stella al petto e fondina d’Ordinanza lo sceriffo “MastroUgoLindo” è già sceso in strada contro i tamarri della città di Pitagora; sebbene, e ad onore del vero, va ricordato che l’illustre antenato, proprio come in un vecchio film western, fu costretto a fuggire a gambe levate per non essere ammazzato da un popolo difficilmente incline all’autocritica.

Tra saloon ormai abbandonati e cercatori d’oro impegnati nel cazzeggio da bagnasciuga o nell’ultima questua tra le miniere pubbliche, fioccano a raffica i colpi delle ordinanze sindacali: dal divieto di buttare la monnezza nel diurno (mentre mancano cassonetti o quelli che c’erano, per qualche arcana ragione, spariscono dalla circolazione); passando alla bonifica dei quartieri e alla pulizia delle aree verdi, per finire, dulcis in fundo, ai divieti per puttane, puttanieri, barboni, mendicanti, bancarellari e fancazzisti zozzoni.

Il tutto condito da pene variabili, a vario titolo, tra i 25 e gli oltre 3 mila euro ma scarsi vice-sceriffi per comminarle e molti togati pronti a smentirle.

Può star bene o meno, si condivida o no, ma bisogna ammetterlo: con lo sceriffo-Ugo finalmente a Crotone si scopa e il vento sembra cambiato, nella speranza che non aiuti solo a salpare nobili vele ma che si porti via e velocemente anche quell’olezzo di merda che pervade ancora la marina e quello rancido che spira dai borri lungo le vie; o che estirpi le erbacce dai giardini e le cartacce abbandonate senza cura insieme a quelle sbattute violentemente sui parabrezza ad ogni parcheggio in centro o giù di lì (tra l’altro, caro sindaco-sceriffo, anche questo è un pessimo costume in tanti agglomerati civili già vietato da ordinanze comunali così come quello, altrettanto stalkerante”, delle foniche assordanti a zonzo per la città).

Ammettiamolo senza remore: ciò che manca ancora a Crotone sono il senso civico e il rispetto della Cosa pubblica; fattori indispensabili, insieme all’osservanza delle regole, per decretare o meno il successo di questa mission “possibile”.

E se si vuole davvero che lo sceriffo continui a far scopare la città, tocca soprattutto al villaggio finirla, e velocemente, di praticare l’autoerotismo.

V.R.