Scricchiolii in Comune. L’addio di De Luca in una Prossima Crotone che somiglia tanto a quella vecchia

1 febbraio 2019, 07:38 Imbichi
Rori De Luca

Quello che doveva rappresentare il più significativo e concreto taglio con le cattive abitudini del passato si sta rivelando un clamoroso ed infruttuoso boomerang. Malumori e diktat fanno scricchiolare l’instabile maggioranza, che nonostante le frettolose rassicurazioni via social continua a perdere pezzi giorno dopo giorno.


di Francesco Placco

“Tutte le imprese si realizzano solo se c’è una grande squadra dove ognuno partecipa fornendo il proprio contributo, mettendoci cuore, passione amore e impegno”.

Con queste parole si rivolgeva alla gremita folla l’allora candidato a sindaco Ugo Pugliese, in piena campagna elettorale. Ma è evidente che, a poco meno di tre anni dalle elezioni, questa “grande squadranon è ancora stata formata.

Ci avevano promesso La Prossima Crotone. Avvenente, al passo con i tempi, rivoluzionaria, ma soprattutto nuova, diversa. È stata prospettata come “una occasione da ritenere importante per la costruzione di
nuovo e diverso futuro
”, per creare, finalmente, un punto di rottura con un passato “assente, senza idee, senza meta”.

Parole condivisibilissime, che però hanno dipinto un’immagine che tutt’oggi si stenta a vedere.

L’uscita di Rori De Luca (LEGGI), il contestato assessore (LEGGI) entrato a far parte della “grande squadra circa 18 mesi fa (LEGGI), da sempre al centro di un’aspra rivalità interna (LEGGI), non ha fatto altro che confermare quanto si va dicendo da diversi mesi (LEGGI): le crisi all’interno della coalizione provocano non pochi malumori (e cazziatoni) (LEGGI), al punto che il dialogo e la discussione sembrano impossibili.

Non è il primo a defilarsi, De Luca, ma di certo le sue parole pesano come macigni: “una diversità insanabile di veduta, prospettiva e scopo” su quasi ogni aspetto, dato che non c’erano i presupposti per affrontare un percorso che portasse risultati concreti”.

Parole che lasciano trasparire una pesante immobilità dell’ente, che invece di attuare le tanto attese politiche di rinnovamento pare perseverare con quei comportamenti che hanno contraddistinto la tanto vituperata “era Vallone”.

Sebbene l’idea di un nuovo rimpasto appaia improbabile (LEGGI), si riapre nuovamente la corsa alla poltrona per una delle deleghe più importanti, quella all’urbanistica, alla pianificazione territoriale, ai programmi complessi, alle società partecipate, alla viabilità e al traffico, al verde pubblico ed alla pianificazione e regolazione dell’impiantistica sportiva. Mica roba da poco!

Le porte girevoli del palazzo comunale non si sono ancora fermate, e quel taglio netto con l’asserita mala-gestio del passato non si è ancora visto.

In Comune si continua a restare imprigionati nei diktat di una certa maggioranza, che di certo non è nuova a certe situazioni. Appare chiaro, però, che prima di pensare agli interessi dei crotonesi, si continui a pensare a quelli politici, in quella che è una piccola-grande guerra di potere.

Scurdammòc ‘o passàt (QUI), si cantava in quel maggio del 2016 nella gremita sala del Cinema Teatro Apollo. Eppure, il passato è più vivo che mai.