Il saluto di Bruno al Musmi per la conferenza sui crest della Marina Militare
“Con iniziative come la quarta conferenza sui crest della Marina Militare nella mitologia, il nostro Museo storico accresce il proprio prestigio per la grande capacità di raccogliere le testimonianze del valore di quanti, nella nostra storia, hanno contribuito, fino all’estremo sacrificio, alla nascita della nazione italiana e alla sua crescita sociale, culturale e democratica. Testimonianze che non vogliono essere una esaltazione delle guerra, ma il racconto di una storia drammatica che rappresenta un monito a non cedere il passo alla violenza e alla prevaricazione, strada a senso unico verso la distruzione di un bene troppo prezioso qual è la vita umana”.
E’ quanto ha affermato il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, che questa mattina ha partecipato all’iniziativa sui crest della Marina Militare nella mitologia di Antonio Zingali, appassionato collezionista che con pazienza e sacrifici personali in 25 anni è riuscito a raccogliere oltre 200 pezzi. Zingali, che è stato sottoufficiale della Marina Militare, da tempo si occupa di una tematica storica per lo più sconosciuta, ma importante per lo studio dei messaggi e del simbolismo storico che si accompagna a queste riproduzioni realizzate in ottone, bronzo o comunque metallo, dello stemma araldico di un reparto militare, o di una unità militare.
La parola crest nel significato originale in lingua inglese indica l’ornamento che gli antichi cavalieri portavano sulla cima dell’elmo come emblema distintivo della famiglia di appartenenza, un emblema che veniva riprodotto su scudi e stendardi costituendo il fondamento della simbologia araldica. La tradizione dei crest della Marina Militare italiana non è molto antica, risale al 1960.
L’iniziativa si è svolta nella sala conferenze del Museo storico Militare della Provincia di Catanzaro, da pochi mesi intitolato a Giuditta Levato su iniziativa del presidente Bruno, proprio con l’intento di raccogliere importanti testimonianze di battaglie moderne per la dignità umana come quella della contadina di Calabriacata per l’affermazione e la difesa del diritto al lavoro. Tra i presenti anche il direttore del Museo Musmi, la dottoressa Rosetta Alberto, e il generale Pasquale Martinello, presidente dell’associazione “Calabria in Armi”, sodalizio importante che da anni collabora in maniera importante e proficua con il Museo storico dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro.
“Il Museo storico militare di Catanzaro raccoglie testimonianze importanti di due secoli di storia, e da qualche mese abbiamo voluto dare visibilità allo sforzo di chi, come Giuditta, dopo aver combattuto la guerra, si è ritrovato a lottare per la sopravvivenza e i diritti nella dura battaglia per il lavoro, innescando processi importanti, con una targa realizzata in occasione del 70 anni della morte – ha ricordato ancora il presidente Bruno -. Così come dobbiamo un sincero ringraziamento alla Marina Militare che in questa fase storica particolare e delicata, caratterizzata da un flusso migratorio eccezionale, si spende con coraggio per garantire la nostra sicurezza ma nello stesso tempo per salvare vite e dare speranza a quanti si avventurano sfidando la morte per il sogno di una esistenza migliore”.
Dopo i saluti del presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, del capitano di Fregata Ivan Bari, del compartimento marittimo di Crotone, del presidente del Comitato Amici di Nave Ardito, il maresciallo luogotenente Alfonso Zampaglione e di Giuseppe Belfiore, presidente del Gruppo ANMI Crotone, Antonio Zingali ha relazionato sul tema della conferenza, qualificata dagli interventi del dottor Giulio Grilletta, su “La città di Catanzaro, episodi di guerra sulle coste calabresi nella Seconda guerra mondiale” e della professoressa Caterina Fiorita, su “La colonizzazione in Magna Grecia, uno sguardo a Skylletion Scolacium”. Il presidente Bruno, infine, ha omaggiato Zingali della crest con l’effigie della Provincia di Catanzaro.