Parrucchiere ucciso ad Acquaro nel 1993, tutti assolti in appello
La Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro ha assolto per "non aver commesso il fatto" i tre imputati accusati dell'omicidio di Placido Scamozzino, il parrucchiere di Acquaro, nel Vibonese, ucciso il 28 settembre 1993 ed il cui corpo non è mai stato ritrovato.
Cancellata quindi la pena a 28 anni di reclusione inflitta in primo grado ad Antonio Altamura, 68 anni, e per Vincenzo Taverniti, 54 anni, originario di Ariola ma residente a Stilo, in provincia di Reggio Calabria. Assolto anche Antonio Gallace, 48 anni, di Arena, in provincia di Vibo. Per Altamura e Taverniti, il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Curcio, aveva chiesto la pena dell'ergastolo, mentre 24 anni erano stati chiesti per Gallace.
Secondo l'accusa, costruita dalla Squadra Mobile di Catanzaro all'epoca diretta da Rodolfi Ruperti e dalla Dda all'epoca diretta dal procuratore Giuseppe Borrelli, il parrucchiere Placido Scaramozzino avrebbe pagato con la vita una presunta vicinanza al clan Maiolo di Acquaro, all'epoca avversario della 'ndrina di Ariola. La ricostruzione del delitto era stata possibile grazie ai collaboratori di giustizia Enzo Taverniti e Francesco Loielo, entrambi di Gerocarne. La vittima sarebbe stata ferita a colpi di zappa in testa ed altre parti del corpo e poi seppellita ancora viva fra i boschi di Gerocarne (AGI)