Parrucchiere ucciso a Acquaro, chiesti tre ergastoli
Tre ergastoli. Questa la richiesta di pena formulata dal pm Elio Romano, dinanzi alla Corte d' Assise di Catanzaro, nei confronti di tre persone del Vibonese ritenute responsabili dell'omicidio di Placido Scamozzino, parrucchiere di Acquaro, centro in provincia di Vibo Valentia, ucciso il 28 settembre 1993. La pena del carcere a vita è stata richiesta per: Antonio Altamura, 66 anni, ritenuto dagli inquirenti a capo del "locale di 'ndrangheta" di Ariola, frazione di Gerocarne, nelle Pre-Serre vibonesi; Antonio Gallace, 47 anni, anche lui di Ariola; Vincenzo Taverniti, 53 anni, alias "Cenzo d'Ariola", originario di Ariola ma residente a Stilo, in provincia di Reggio Calabria.
Secondo l'accusa, Placido Scaramozzino - il cui cadavere non è mai stato ritrovato - avrebbe pagato con la vita una presunta vicinanza alla "famiglia" Maiolo di Acquaro, in provincia di Vibo, all'epoca avversaria della 'ndrina di Ariola. La ricostruzione del delitto è stata possibile grazie ai collaboratori di giustizia Enzo Taverniti e Francesco Loielo, entrambi di Gerocarne. La vittima sarebbe stata ferita a colpi di zappa e quindi seppellita ancora viva fra i boschi di Ariola. La sentenza è prevista per il 21 marzo. (AGI)