Violenza sulle donne, Pacifici (Cgil): “Contrastare il fenomeno alla base”
“Oggi, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, celebriamo non solo una ricorrenza annuale che ci ricorda quanto sia importante contrastare quotidianamente ogni forma di violenza ma, soprattutto, celebriamo la memoria di milioni di donne, vittime di abusi fisici e psicologici. Per loro, affinché ciò che è accaduto non si ripeta, perché la donna possa vivere pienamente la propria vi. Oggi, la CGIL commemora questo giorno”. Con queste parole, Mimma Pacifici, il Segretario Generale della CGIL del Comprensorio Rc-Locri interviene sul tema della violenza di genere, in occasione della Giornata mondiale istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite.
“Come donna, madre, moglie e dirigente sindacale il mio pensiero non può che non andare a tutte quelle donne che sono morte a causa di abusi, maltrattamenti e violenze. A tutte quelle donne che sono state picchiate, colpite, uccise. A tutte quelle donne che hanno lasciato orfani dei bambini, che erano figlie di qualcuno, sorelle e mogli; a tutte quelle donne che hanno reagito, che hanno denunciato. A tutte coloro che subiscono e che non trovano il coraggio di denunciare, a loro, mettiamo a disposizioni le nostre sedi – presidi di legalità – sul territorio provinciale: lì troveranno un appoggio, un aiuto, un ascolto. A loro, va il nostro pensiero affinché trovino la forza per reagire e denunciare.
“Oggi, quando parliamo di violenza di genere non ci riferiamo solo a quella fisica, ma anche a quella psicologica, domestica, verbale, sessuale, ai maltrattamenti, agli abusi, allo stalking. Nonostante in Europa sia stata adottata la Convenzione di Istanbul e in Italia sia stata introdotta la legge anti-stalking – secondo il rapporto del World Health Organization (2013) - il Paese dove le donne sono più a rischio è il Sud-est asiatico; a seguire troviamo i Paesi ad elevato reddito (41,2%), tra questi vi è anche l’Italia. Questi dati sono preoccupanti e allarmanti, perché ci fanno capire che solo la repressione non basta”.
“La CGIL è da sempre contro ogni forma di violenza, sopruso; contro ogni limitazione delle libertà dell’essere umano. Dal 2000 sono 333 le donne ammazzate perché “colpevoli di decidere”, come le definisce il dossier WHO. Ciò è agghiacciante. E’ necessario affrontare questo problema da un punto di vista socio-culturale. E’ l’educazione la base da cui far partire un messaggio chiaro e trasparente: la donna non deve essere vista come un oggetto, ma come un essere umano con gli stessi diritti e doveri dell’uomo. Azioni di promozione e preventive; programmi di protezione delle vittime; certezza della pena; assistenza psicologica e non solo alle donne, vittime di violenza. Tutto ciò dev’essere attuato per contrastare alla radice un fenomeno mondiale”.