Sergio Iritale, l’analisi del voto del 23 Novembre
"Voglio iniziare questa mia breve riflessione sulle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria rivolgendo un sentito ringraziamento alle centinaia di elettori che mi hanno accordato la loro fiducia e mi hanno onorato del loro sostegno in una prova difficile e impegnativa." Lo si legge in una nota di Sergio Iritale, candidato alle scorse Regionali nella lista "Per cambiare la Calabria-la Sinistra" con Mario Oliverio Presidente.
"Esprimo la mia grande soddisfazione - prosegue Iritale - per la vittoria di Mario Oliverio e della coalizione di centrosinistra, per l’uscita di scena di una destra che anche nella nostra regione ha dimostrato la sua inadeguatezza a rappresentare con forza e credibilità gli interessi di un territorio finito ai margini dell’agenda politica e di governo. Dalla disoccupazione giovanile alla ripresa dell’emigrazione, dal disastro della sanità all’abbandono delle infrastrutture, dal disinteresse verso il patrimonio archeologico, storico e ambientale alla indecorosa povertà dei servizi, non c’è un solo dato che possa confortare e connotare positivamente i quasi cinque anni di gestione di Scopelliti e amici. La prime responsabilità della fuga dalle urne è perciò della classe dirigente della destra, che ha prodotto sfiducia, rassegnazione, paura del futuro, rifiuto della politica, e che è stata giustamente punita, prima a Reggio Calabria nelle elezioni per il sindaco e poi alle elezioni regionali. In queste condizioni, che si uniscono a situazioni difficili che attraversa l’intero paese, è già un miracolo se almeno il 44 per cento della popolazione ha comunque risposto all’esigenza di cambiamento e di voltare pagina. Si raccoglie un’eredità pesante, come sempre quando si succede ai governi della destra, ad ogni livello".
"Ma non c’è altro - commenra ancora - da fare se non rimboccarsi le maniche, lavorare per unire la Calabria, aprire un’interlocuzione con il governo di Roma perché la specificità della Calabria sia pienamente inserita nel complessivo programma di cambiamento e di sviluppo che si vuole perseguire per rinnovare l’Italia e renderla di nuovo forte e protagonista nel mondo, sapendo che la voglia di voltare pagina, di riformare il paese e le istituzioni, di rilanciare l’economia, non sono la carta d’identità esclusiva di un singolo o di una corrente, ma il frutto di una storia lunga che viene da lontano, come si diceva una volta, per andare lontano. Sarebbe sbagliato e deleterio, però, se ci adagiassimo su una linea di assistenzialismo, di attesa di aiuti dall’esterno, senza capire che la riscossa deve partire da qui, dalle nostre capacità di progettare il nostro futuro, di utilizzare le risorse di cui disponiamo, di mobilitare energie e saperi per costruire la Calabria dei giovani, la Calabria della speranza, per uscire dalla logica delle clientele, dell’affarismo, del particolarismo. Questo è tanto più urgente e necessario a Crotone, dove da troppo tempo (e la bassissima affluenza alle urne ce lo ricorda impietosamente) si assiste ad uno scollamento drammatico tra cittadini e rappresentanza politica, particolarmente riscontrabile nell’assenza totale dei partiti e della loro capacità di raccogliere e organizzare la partecipazione e il consenso attorno a un disegno politico piuttosto che a una persona o a gruppi chiusi e poco trasparenti. Ci sarà tempo e modo per ritornare su questi temi. Mi preme, oggi, a distanza di pochi giorni dall’esito del voto, valutare alcuni aspetti del consenso da me ricevuto in misura più che lusinghiera".
"Ero candidato in una lista minore, che - aggiunge Iritale - aspirava a dare rappresentanza a istanze più marcatamente di sinistra in una coalizione plurale e aperta a contributi politici e sociali diversi. La lista, almeno nel territorio provinciale, non godeva del sostegno di un partito organizzato e radicato o, come in altre zone della Calabria, dell’apporto di candidature trainanti e forti per visibilità politica e storia personale; lo si è visto ampiamente nella campagna elettorale, nella quale mi sono speso da solo. Posso dire che la mia presenza in lista ha trascinato quel voto che diversamente, nella provincia di Crotone, avrebbe riportato percentuali irrisorie compromettendo l’intero dato regionale. Se si considera, infatti, che il quorum del quattro per cento nella regione viene superato di pochissimo, è lecito supporre che senza l’apporto dei voti del crotonese esso non sarebbe stato conseguito. Di questo sono orgoglioso, come lo sono per essere stato il quinto più votato nella città di Crotone, dopo candidati che godevano di posizioni di proiezione pubblica e di peso, oltre che di sostegno organizzativo, certamente migliori, ma anche prima di personalità politiche che pure negli ultimi anni sono state ai vertici del potere locale e potevano esercitare un’influenza ben maggiore della mia, visto che da tempo non occupo posti di direzione politica o di responsabilità amministrativa. Anzi, in tempi in cui avrei potuto tranquillamente raggiungere quote di preferenza ben più ampie, e battermi per una possibile elezione, ho rifiutato di candidarmi pur essendo stato invitato a farlo da settori importanti del centrosinistra. E’ stata, la mia, una candidatura nata appena pochi giorni prima della chiusura delle liste. Più che altro un contributo volontario alla causa. Avere conquistato in queste condizioni più di mille voti personali, di cui oltre ottocento in Città, lo considero un miracolo, dovuto, evidentemente, visto che non potevo promettere niente essendo la conquista del seggio praticamente impossibile, all’apprezzamento e alla stima di tante persone che hanno voluto premiare e riconoscere l’impegno, la coerenza e la lungimiranza con cui da sempre sono al servizio del territorio, spesso scontrandomi con interessi e consorterie di fronte a cui non ho mai piegato la schiena. Continuerò - conclude Iritale - a farlo ancora, con uguale volontà e convinzione, soprattutto alla luce della commovente testimonianza di incoraggiamento e vicinanza che mi stata è data con il voto."