Test rubati all’Università di Catanzaro, confermata condanna
La Corte d'appello di Catanzaro ha confermato oggi la condanna a tre anni e nove mesi di reclusione, più 40.000 euro di risarcimento nei confronti dell'Università "Magna Graecia", a carico di Antonio Cuteri, assistente tecnico dell'Ateneo addetto alle aule di Medicina imputato per il furto aggravato dei test di ammissione relativi all'anno accademico 2007/2008.
I giudici hanno accolto la richiesta dell'accusa lasciando immutata la prima sentenza che arrivò il 5 novembre del 2010, a conclusione della prima tranche di un'inchiesta che ebbe poi ulteriori strascichi. Tale primo filone sfociò, nel settembre del 2008, nell'arresto di Valter Mancuso, addetto alla manutenzione delle aule all'Università, e Antonio Cuteri, andati in carcere il primo ed ai domiciliari il secondo, mentre altri indagati vennero iscritti nell'apposito registro delle notizie di reato, relativamente alla presunta manomissione delle prove svoltesi il 4, 5 e 6 settembre 2007. Secondo la Procura sarebbero stati loro due ad introdursi nelle sede della segreteria studenti, a via Smaldone, prelevando i plichi contenenti i test, in modo da conoscere in anticipo le prove per l'anno accademico 2007/08. Prima di Cuteri anche il coimputato Mancuso è stato condannato in primo grado, il 28 aprile del 2009, a tre anni di reclusione ed al risarcimento di 25.000 euro all'Università, mentre in appello, il 5 novembre 2012, la pena è stata ridotta a due anni e quattro mesi di reclusione e 240 euro di multa. Nel marzo 2010 Cuteri e' finito nuovamente in carcere in esecuzione di un ulteriore provvedimento cautelare (che ha portato in cella anche Mancuso, e poi tre persone ai domiciliari e quattordici sottoposte all'obbligo di presentazione alla P.G.) relativo alla tranche di indagini sulla presunta alterazione dei test di ammissione agli anni accademici dal 2005 al 2008, ma è stato in seguito rimesso in liberta' dal Tribunale del riesame. Anche nell'ambito di questo secondo filone d'inchiesta Cuteri è stato rinviato a giudizio, il 9 maggio scorso, assieme ad altre dieci persone. (AGI)