"Riparte il futuro”: campagna di sensibilizzazione contro la corruzione negli Atenei
Nel campo dell’istruzione si gioca la madre di tutte le battaglie contro la corruzione: la F.U.C.I. ha scelto di aderire al progetto nazionale “Riparte il Futuro/sezione Istruzione”, per ribadire che il diritto allo studio è la base del nostro futuro.
"Lanceremo anche a Catanzaro, - si legge in una nota della Fuci - in collaborazione con l’associazione LIBERA, questa petizione indirizzata alle 66 Università della Penisola in cui si chiede alle Istituzioni accademiche di marciare al fianco di chi denuncia la mancanza di trasparenza all'interno degli organi di Ateneo - annuncia il Presidente Emerito della Federazione Universitaria Cattolica (F.U.C.I.) di Catanzaro, Sebastian Ciancio.
Sono state già raccolte più di quindicimila adesioni a favore di questa petizione che può essere sottoscritta facilmente via web (http://www.riparteilfuturo.it/istruzione), ora l’obiettivo è il raggiungimento delle ventimila firme.
Clientelismi, corruzione, baronato, raccomandazioni: quando qualcuno nel mondo dell’istruzione approfitta del suo ruolo per ricevere un vantaggio personale, distrugge molto più di quello che pensa. Non è un caso che il diritto allo studio venga garantito dalla Costituzione: chi danneggia le nostre università aggredisce la fiducia nel sistema pubblico che è alla base del nostro domani.
Per questo la campagna “Riparte il futuro” vuole sostenere un meccanismo che possa esporre e arginare le illegalità dentro e fuori dagli atenei. Per farlo serve difendere e incoraggiare chi segnala corruzione, malaffare, nepotismi e raccomandazioni.
Chiediamo alle nostre Università di stare dalla parte di chi ha il coraggio di esporsi, dotandosi volontariamente di regole che aiutino e proteggano chi segnala illeciti. Gli atenei possono fare molto – continua Ciancio, citando il manifesto nazionale del progetto “Riparte il futuro”. La legge anticorruzione del 2012 ha infatti introdotto l'istituto del “whistleblowing”: letteralmente “suonare il fischietto”, un’espressione per indicare chi sceglie di rompere i muri del silenzio sulle illegalità a cui talvolta può capitare di assistere.
Chiediamo a tutti i Rettori degli Atenei pubblici italiani di sottoscrivere con noi un impegno a favore del whistleblowing. Le università devono concedere una protezione efficace a chi denuncia episodi d’illegalità che avvengono al loro interno, incoraggiando la segnalazione di pratiche illegali e predisponendo massime tutele per chi ha il coraggio di parlare.
In sintesi, chiediamo a tutti gli atenei italiani di intervenire e deliberare una strategia comune per il “whistleblowing” .
Un programma che può essere reso fattivo, recependo e attivando 3 punti fondamentali:
1) Tutelare chi segnala illeciti a cui ha assistito
- tutela della riservatezza e dell’anonimato. L’identità di chi denuncia può essere resa nota solo col suo esplicito consenso;
- onere della prova per gli enti universitari. Nel caso in cui un dipendente dell’ateneo ritenesse ingiusto il cambio di ruolo, di ufficio o di incarico subito dopo la denuncia di un illecito, spetterà a chi ha preso tale decisione dimostrare la propria buona fede, allontanando il sospetto che possa esserci un legame con la denuncia. Lo stesso varrà anche per lo studente “whistleblower”, qualora incontrasse pressioni e difficoltà nel portare avanti il suo percorso di studi;
- tutela estesa, affinché venga protetto anche chi segnala episodi di illegalità al di fuori del settore in cui opera professionalmente;
- adeguata campagna di informazione sull’importanza del whistleblowing per incoraggiare le segnalazioni.
2) Protezione per tutti e a tutti i livelli:
- per i lavoratori amministrativi degli atenei, affinché chi denuncia episodi di corruzione e irregolarità non debba temere mobbing, demansionamenti, licenziamenti;
- per gli studenti, affinché non vedano compromessa la loro carriera universitaria per aver segnalato la mancanza di trasparenza nell’organizzazione delle lezioni, dei concorsi, degli esami, delle borse di studio, o per aver messo in luce comportamenti non conformi da parte di docenti e ricercatori, personale amministrativo, altri studenti;
- per i docenti che segnalano episodi illegali con protagonisti altri colleghi, amministrativi, funzionari o studenti. La loro integrità deve diventare un incentivo e non un limite nell’accesso agli incarichi che contano all’interno dell’ateneo;
- per i ricercatori di ruolo e quelli precari, che sono i meno tutelati perché possono trovarsi sottoposti a pressioni proprio per le loro condizioni lavorative e minacciati nel loro progresso di carriera e nella stabilizzazione professionale.
3) Canali di segnalazione certi e semplificati:
- predisporre un ufficio, una pagina web, una linea telefonica resi disponibili dall’ateneo a cui faccia capo personale di riconosciuta indipendenza e integrità;
- creare un contatto diretto con l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), per legge anche Authorty per il whistleblowing, inviando ogni segnalazione a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , affinché registri ogni segnalazione dei whistleblowers e possa poi chiederne conto agli atenei.
Ora attendiamo proposte e collaborazioni costruttive da parte di tutte le forze giovanili presenti sul territorio - conclude Ciancio. Già hanno confermato la propria adesione al progetto: la sezione provinciale dell’MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) e diversi rappresentanti degli studenti in carica all’Università Magna Graecia di Catanzaro.
L'iniziativa “Riparte il Futuro” ( http://www.riparteilfuturo.it/) coinvolge in campo nazionale: Libera, F.U.C.I., il Gruppo Abele, Cgil, Cittadinanzattiva, LINK - Coordinamento universitario, l'Unione degli studenti, Rete della Conoscenza, Forum Nazionale Giovani, Centro Iniziativa Democratica Insegnanti e Movimento studenti di Azione Cattolica."