“Ricordanze della mia vita” di Settembrini, incontro a Catanzaro
Venerdì 19 dicembre si terra' un incontro-dibattito sulla figura di Luigi Settembrini e sul suo fondamentale libro "Ricordanze della mia vita", ristampato dall'editore "La Rondine" di Catanzaro.
L'incontro è fissato presso il Complesso Monumentale del San Giovanni a Catanzaro, con inizio alle ore 18 e serve a far conoscere il volume a quanti non l'hanno letto ma anche a riportare all'attualita' un personaggio, quello di Settembrini, apparentemente semplice ma in realtà ricco di sfaccettature ed ancora oggi importante esempio di una pedagogia nazionale utile per i giovani, allora come adesso, marginalizzati dal potere politico. Le relazioni saranno tenute dagli storici Corrado Iannino ("Profilo di Luigi Settembrini") e Aldo Ventrici ("La Catanzaro di Luigi Settembrini"). Sara' presente ed interverrà l'assessore alla cultura del comune di Catanzaro, Luigi La Rosa. Brani scelti saranno letti da Mariarita Albanese, mentre a moderare il dibattito sara' Mario Mauro, autore di una recentissima guida turistica di Catanzaro. La Calabria e Catanzaro sono due riferimenti importanti della biografia di Luigi Settembrini, professore, patriota e letterato. Anzi, si può dire che il Risorgimento inizi a Catanzaro proprio con l'arresto in città di Settembrini nel 1839, mentre insegnava presso il prestigioso liceo "Galluppi". L'accusa era di cospirazione ed era veritiera perchè il professore aveva fondato con il suo amico Musolino la setta dei "Figli della Giovine Italia", convertendo all'antiborbonismo molti giovani del luogo. Nelle "Ricordanze della mia vita", scrivendo del suo travaglio nelle carceri del Regno, durato quasi tredici anni, culminati poi in una fuga avventurosa da una nave che lo avrebbe inviato in America in deportazione, ricorda con affetto gli anni passati a Catanzaro tra gente buona ed affettuosa. Ricordare Luigi Settembrini in questo scorcio del XXI secolo vuol dire ricordare un grande onest'uomo che pagò per la sua idea senza mai flettersi al potere, uno dei pochi casi di Italiani che non cambio' bandiera pur soffrendo personalmente e con la sua famiglia, in un'epoca che, allora come adesso, era caratterizzata dalla turbolenza sociale e dall'arroganza del potere e dalla sfacciataggine dei profittatori. (AGI)