Tre arresti a Reggio per estorsione ad onoranze funebri
La notte scorsa i Carabinieri di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale, a carico di tre persone ritenute responsabili di un tentativo di estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa, commesso nel mese di maggio 2014, nei confronti del proprietario di una agenzia di onoranze funebri di Reggio.
09:45 | GLI ARRESTATI sono Francesco Ollio, reggino di 44 anni, coniugato, operaio, con precedenti di polizia; Giovanni Spratico, reggino, 45enne coniugato con precedenti di polizia; Giovanni Dario Valentino, reggino 38enne coniugato, disoccupato, con precedenti di polizia: il reato contestato è dunque la tentata estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa.
I tre sono accusati di essersi recati, il 23 maggio del 2014, presso un’agenzia funebre nel centro di Reggio Calabria, per richiedere al proprietario la somma di 2 mila euro come pagamento di un preteso credito, vantato in base ad una richiesta che sarebbe pervenuta da carcerati rinchiusi nella casa circondariale di Reggio. Nell'occasione, i tre avrebbero utilizzato, nei confronti della vittima, espressioni intimidatorie, percuotendolo anche con calci e pugni.
L’attività investigativa del Nucleo Operativo avrebbe così permesso di riscontrare quanto effettivamente denunciato dalla vittima alla Stazione Carabinieri di Via Aschenez: sono state difatti analizzate delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti presso l’esercizio commerciale, oltre ai tabulati telefonici delle utenze degli interessati.
In particolare - secondo quanto ricostruito dagli investigatori – i tre verso le 16.50 del 23 maggio dell’anno scorso, dopo essere entrati nell’agenzia, avrebbero compiuto atti per costringere il proprietario a consegnargli la somma di denaro, sostenendo che la destinazione dei soldi era per soggetti che erano carcerati nella stessa struttura dove era recluso il figlio di uno dei tre. Dopo la pressione ricevuta, la vittima aveva provato anche a rimettere la querela presentata, possibilità che però non è consentita dal codice penale alla luce della procedibilità d’ufficio del reato.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nella notte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Reggio Calabria Principale i quali, al termine delle formalità di rito, hanno associato gli arrestati presso la Casa Circondariale di San Pietro a disposizione dell’Autorità giudiziaria reggina.