Radicali: “presidente Corte d’Appello da ragione alle nostre denunce”
“Anche quest’anno, dirigenti e militanti del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e di Radicali Italiani sono stati presenti all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso le Corti d’Appello, lo scorso sabato 24 gennaio. E anche a Catanzaro, dove è intervenuto Rocco Ruffa con delega della segretaria Rita Bernadini, durante la cerimonia i Radicali hanno letto un testo, lo stesso in ogni Corte d’Appello, per denunciare lo stato della giustizia e del sistema carcerario italiano, anche alla luce di quelle “ispezioni” che, militanti e dirigenti radicali svolgono regolarmente e che erano state intensificate nelle ultime settimane, nell’ambito dell’azione nonviolenta denominata "Satyagraha di Natale", lanciata dal leader Marco Pannella”.
A comunicarlo, con una nota congiunta, sono i radicali calabresi Giuseppe Candido, componente del Comitato nazionale di Radicali italiani e Rocco Ruffa militante del partito e intervenuto sabato 24 gennaio presso la Corte d'Appello di Catanzaro per i Radicali con delega della segretaria Rita Bernardini.
“Il Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro nella sua relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario, ha dato ragioni" – scrivono Candido e Ruffa – "a noi Radicali che a Capodanno eravamo stati al carcere Ugo Caridi di Catanzaro notando e denunciando come, soltanto dal punto di vista del sovraffollamento, la situazione era leggermente migliorata dopo la consegna del nuovo padiglione. Mentre avevamo denunciato il permanere di violazioni palesi dei diritti umani sia per quanto riguarda il diritto alla salute sia per quanto attiene il diritto al lavoro e a scontare la propria pena vicino i propri parenti. Per non parlare di quelle “traduzioni forzate” dei detenuti, trasferiti non su base della territorialità della pena, ma in base alle capienze disponibili. Una situazione patente in tutte le carceri della regione.
Tutto ciò è stato rilevato, nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, dal presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Domenico Introcasio che ha sottolineato chiarissimamente come, nelle case circondariali del distretto di Catanzaro ci sia una “grave situazione igienico-sanitaria”. Riportando i dati del tribunale di Sorveglianza, il Presidente della Corte d'Appello del capoluogo calabrese, ha infatti sottolineato come, nelle otto carceri del distretto, sono presenti 1.810 detenuti: 645 a Catanzaro, 272 a Vibo Valentia, 242 a Rossano, 243 a Cosenza, 140 a Castrovillari, 264 a Paola, 4 a Crotone. Per il presidente Introcasio è migliorata quindi la percentuale di sovraffollamento, che comunque “rimane critica solo a Castrovillari” dove si registra ancora una presenza di detenuti superiore all'11% rispetto la capienza regolamentare, ma, come avevamo denunciato all'uscita dalla visita al carcere Ugo Caridi di Catanzaro condotta a Capodanno nell'ambito del Satyagraha di Natale, molti diritti umani delle persone detenute rimangono sistematicamente violati perché persistono i gravi deficit di personale rispetto alle piante organiche delle varie figure professionali, specie per educatori, polizia penitenziaria e personale amministrativo.
Come Radicali Italiani abbiamo deciso di fare nostro e difendere in ogni sede istituzionale possibile quel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica alle Camere l'8 ottobre del 2013 in cui si descrivevano gli obblighi del nostro Paese per rientrare nella legalità costituzionale e sovranazionale che, praticamente, è rimasto inascoltato proprio dal quel Parlamento e dagli interlocutori istituzionali cui era esplicitamente rivolto. Un messaggio che – di fatto – chiedeva al Parlamento di riconsiderare l'ipotesi di un provvedimento di amnistia e indulto non solo per l'immonda realtà carceraria delle nostre patrie galere, ma anche, e forse soprattutto, per la non ragionevole durata dei processi per la quale il "Paese canaglia” Italia continua ad esser condannato da trent'anni a pagare cifre ingenti in risarcimenti.
E, come ha sottolineato anche il Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro nella sua relazione, le pendenze sono in crescita anche nel distretto di Catanzaro dove, nel penale, sfiorano il 25%. E non solo il Presidente della Corte d'Appello, ma anche il Procuratore Generale, il rappresentante del C.S.M., il presidente Iannello e molte altre autorità intervenute all'inaugurazione hanno ammesso che la situazione, per molti versi, è "al collasso". Una non ragionevole durata dei processi che l'Europa sanziona, e come Radicali denunciamo inascoltati perché, di fatto, si ripercuote sul senso di giustizia che i cittadini percepiscono. Pure in Calabria – concludono Candido e Ruffa – serve subito il garante dei detenuti perché, con le prescrizioni che galoppano e di cui nessuno parla troppo, viene il dubbio che si discuta di ferie dei magistrati per far melina e nascondere i veri problemi della giustizia e delle carceri”.