Estorsione all’interno di un autolavaggio: tre in arresto
Al termine di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale reggino ha emesso un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare nei confronti di H.D., 43enne marocchino, titolare di un autolavaggio di Gallico, D.M., 31enne imprenditore reggino e C.C., 32enne reggino anch’egli imprenditore. Ai tre viene contestato il reato di estorsione continuata aggravata in concorso commessa avvalendosi della metodologia mafiosa.
Secondo gli inquirenti il primo sarebbe il mandante e gli altri gli esecutori materiali (nel 2003) di diverse minacce sul luogo di lavoro ad un dipendente di H.D., oltre che di violenze consistite nell’avergli sferrato due schiaffi al volto facendolo rovinare a terra, costringendolo a rinunciare a pretendere dal datore di lavoro la consegna del Cud per l’anno 2012 e dell’ultima busta paga, nonché il versamento dei contributi previdenziali che sarebbero stati invece omessi.
Nello specifico, la vittima, giunta in Italia nel 2001, ha iniziato a lavorare ininterrottamente, con turno pieno e senza un regolare contratto già l’anno successivo all’arrivo presso l’autolavaggio di proprietà di un suo connazionale (il cittadino marocchino arrestato oggi). Con la scusa di “dover mettere delle cose a posto” con il ragioniere, la vittima avrebbe poi consegnato il suo permesso di soggiorno ed altri documenti personali sempre al datore di lavoro.
Tre mesi prima dell’aggressione, poiché gli serviva il modello Cud 2012 e l’ultima sua busta paga per il disbrigo di alcune pratiche personali (per chiedere l’assegnazione di un medico curante ed il rilascio del codice fiscale) la vittima ha iniziato a chiedere il rilascio dei documenti al datore ricevendo in risposta, da quel momento, delle minacce da parte dei due presunti esecutori materiali dell’estorsione.
In particolare, in due distinte occasioni, mentre si trovava presso l’autolavaggio, si sarebbero presentati due soggetti - D.M. e C.C. - i quali, raccontano i militari, con tono aggressivo e di sopraffazione lo avrebbero “consigliato” di abbandonare le sue pretese. Per paura il maghrebino sarebbe stato addirittura costretto ad abbandonare l’Italia, facendo rientro nel proprio paese di origine. Una volta tornato, le diatribe con il datore di lavoro sarebbero continuate fino all’11 luglio del 2013, quando sarebbe stato aggredito dapprima dallo stesso imprenditore (che gli avrebbe alzato contro una sedia come a volerlo colpire e, lo avrebbe preso per il collo e poi se ne sarebbe andato via a bordo della sua auto).
Dopo circa 10 minuti, mentre si trovava ancora in zona, sono sopraggiunti a bordo di un’autovettura, D.M. e C.C., i quali subito si sarebbero diretti verso la vittima aggredendolo, tirandogli alcuni schiaffi al volto e proferendo al suo indirizzo frasi minaccioso. Intimorito da quanto stava avvenendo, e temendo il peggio, il lavoratore è riuscito a contattare telefonicamente il “112” e costringendo gli aggressori a dileguarsi a bordo di un’auto.
Pochi giorni dopo, a seguito della pressione ricevuta dai presunti responsabili dell’azione intimidatoria, la vittima aveva provato anche a rimettere la querela presentata, possibilità non accordata dal Codice penale alla luce della procedibilità d’ufficio del reato.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nella notte scorsa dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Gallico i quali, al termine delle formalità di rito, hanno sottoposto i tre agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni a disposizione dell’Autorità Giudiziaria reggina.