Latitanti catturati a Guardavalle, si nascondevano nell’albergo di famiglia

Catanzaro Cronaca

Si nascondevano in una cella frigorifero i due latitanti catturati ieri dai carabinieri. Il rifugio di Franco Aloi e Nicola Tedesco era all’interno di un hotel-ristorante di Guardavalle, nel catanzarese, e solo grazie alla collaborazione tra diversi reparti dell’Arma si è potuti arrivare al nascondiglio dei due che erano ricercarti dal luglio del 2013.

Prima alcuni sospetti e poi la conferma, per gli investigatori, che Aloi e Tedesco fossero proprio nell’hotel "Molo 13", di proprietà dei genitori di quest’ultimo (Aldo Tedesco e Lina Rossomanno) struttura che è stata continuamente tenuta sotto controllo dai militari. Dopodiché il blitz condotto dagli uomini del Nucleo antisofisticazioni e del Nucleo ispettorato del lavoro, insieme ai Cacciatori di Vibo Valentia.

Al momento dell'irruzione - hanno spiegato i carabinieri - si sarebbe subito notata la preoccupazione da parte dei genitori del latitante. Una tavola apparecchiata per più persone di quante ne fossero realmente nel locale ha contribuito poi ad insospettire ulteriormente gli uomini dell’Arma. I nuclei specializzati hanno poi identificato lo scantinato dove vi era una cella frigorifero perfettamente funzionante ed all’interno della quale una botola ben nascosta alla vista. Da qui si scendeva, tramite una scaletta, ad bunker dove erano nascosti i due latitanti del clan Gallace-Gallelli e che non hanno opposto alcuna resistenza.

I genitori di Tedesco sono stati arrestati per favoreggiamento della latitanza di Aloi. Nel bunker ritrovati diversi telefoni cellulari, sim e ricariche telefoniche: e anche delle immagini sacre.