Assunzioni diga Melito: assolto Manno, il fatto non sussiste

Catanzaro Cronaca

Il tribunale di Catanzaro, ha assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”, Grazioso Manno presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese – assistito e difeso di fiducia da Vincenzo Ioppoli, dall’accusa di abuso d’ufficio. La sentenza è stata emessa oggi dalla sezione prima penale del Tribunale di Catanzaro.

Grazioso Manno era accusato di assunzioni a tempo determinato e indeterminato, senza procedure selettive, in deroga alle leggi e regolamenti. “Sono immensamente felice per l’assoluzione: lo speravo e lo pensavo – ha dichiarato subito Grazioso Manno presente in aula al momento della lettura del dispositivo. Abbiamo, e adesso e lo faremo con sempre maggiore determinazione, continuato a lavorare per il completamento della Diga sul Fiume Melito .

”Questa sentenza favorevole mi ridà serenità e fiducia e forza, che a dire la verità non sono mai venuti meno, di proseguire per la realizzazione di una opera che tutti ad iniziare dai sindaci, dai consorziati e dai cittadini considerano strategica per la Calabria e l’intero Mezzogiorno.

“Ho piena consapevolezza – prosegue Manno – di una giustizia giusta, che ha saputo intrecciare, studiando l’enorme mole di carte prodotte, in modo virtuoso, efficienza ed equità nella decisione. L’arringa del mio difensore l’avv. Vincenzo Ioppoli, è stata non solo eccellente e mirabile ma mi ha anche profondamente commosso per l’umana e sentita partecipazione”. Dopo anni, quindi, il processo a Manno si chiude e Manno non nasconde la sua soddisfazione.

"Va benissimo il verdetto - dichiara - il nostro primo obiettivo era infatti quello di mettere la parola fine ad un processo. E poi bisogna guardare al risultato che è finito con una sentenza assolutoria piena. I giudici si sono dimostrati di una grande "obiettività. Io so benissimo - che la mia conduzione è stata linearmente condotta e la sentenza di oggi è il punto di arrivo di una vicenda giudiziaria iniziata il 16 gennaio 2013 con la richiesta di rinvio a giudizio.

“Sono sempre stato assolutamente sereno, ma consapevole che la vita pubblica è piena di inaudite amarezze e di pesi che a volte sembrano insopportabili. Non un cenno di disappunto – ha aggiunto – solo senso di sollievo per il buon funzionamento della macchina della giustizia”. Un atteggiamento quello del presidente Manno, che è di insegnamento per tutti coloro che devono sopportare il peso di un accertamento giudiziario e che hanno la coscienza a posto.

Ho accettato fino in fondo le regole del processo, facendolo senza strepito e, soprattutto, con un atteggiamento non trionfalistico dopo essere stato assolto. In questo periodo non ho mai dubitato, anzi ho mantenuto un esemplare comportamento in questa vicenda - aggiunge – che è anche uno stile di vita dell’uomo pubblico, che non commentando le decisioni della magistratura ha da subito dichiarato di volerle rispettare, impegnandosi a separare la vicenda personale dal destino delle istituzioni. L’assoluzione è la conferma di una giustizia, non solo nei miei confronti, dove si vedeva infangato con questa imputazione il mio nome e la mia integrità morale, ma se mi permettete anche la struttura consortile e i miei più stretti collaboratori che lavorano senza sosta a beneficio dei consorziati e del territorio”.