Primarie di Vibo, Lo Schiavo: “La mia candidatura patto civico tra cittadini”
"Ho messo il mio percorso di vita e professionale al servizio di un progetto di cambiamento della città. Siamo qui per parlare della voglia di futuro, di speranza e di rinnovamento che proviene da tantissimi cittadini vibonesi. Ed è il progetto unitario del Pd. Ma, non solo. La mia candidatura va oltre, ed ambisce ad incarnare un patto civico tra cittadini liberi".
Lo ha detto Il candidato del Pd alle primarie del centrosinistra, Antonio Lo Schiavo, intervenendo sabato scorso, al 501 Hotel di Vibo Valentia, alla convention organizzata in vista delle consultazioni interne dello schieramento, in programma domenica prossima.
Al suo fianco, al tavolo dei relatori, il segretario provinciale del Pd e consigliere regionale, Michele Mirabello, e il segretario cittadino del partito, Stefano Soriano. Ad ascoltarlo, in prima fila, diversi esponenti del partito provenienti da tutta la regione ed espressione delle varie sensibilità dello stesso. Tra questi, il deputato Bruno Censore, il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, i consiglieri regionali Nicola Irto e Arturo Bova, i sindaci di Decollatura, Anna Maria Cardamone, e di Rosarno, Elisabetta Tripodi, il presidente di Anci Giovani Calabria Marco Ambrogio. A gremire la sala numerosi sostenitori.
Da Lo Schiavo, in apertura, un riferimento alle primarie del 22 febbraio. "Qualcuno vorrebbe ridimensionarne il significato con una campagna mediatica che tende a gettare discredito su di esse. Su questo voglio lanciare un messaggio chiaro: nessuna macchina del fango potrà fermarci e anzi, questo, mi motiva ancor più e mi conferma che siamo sulla strada giusta, che stiamo scompaginato un copione che qualcuno considerava già scritto. Siamo noi anzi a rilanciare e a dire chiaramente che non vogliamo i voti di chi non ha requisiti di legalità e moralità per partecipare alle primarie. Siamo noi a chiedere massima trasparenza nel meccanismo di voto, per evitare che qualcuno, all’indomani, possa adombrare dubbi su di esse".
“Dagli incontri di questi giorni - ha aggiunto Lo Schiavo -, verifico che questa città è in difficoltà, è chiusa, rassegnata, non crede nel futuro. Vi è una situazione esplosiva di difficoltà economica e sociale per larghe fasce della popolazione, legata anche al fallimento di un’idea industriale, al degrado di interi quartieri, all’abbandono delle frazioni, alla mancanza di qualunque welfare cittadino. Per questo il nostro programma ha il dovere di parlare, nonostante tutto, di speranza e di futuro, dicendo alla città che la partita non è persa fin quando non si smetterà di provare a cambiarne le sorti”.
“Ma Vibo non è solo problemi - ha proseguito -. C'è un'altra Vibo, una città diversa che chiede di innalzare il livello della proposta politica, che vuole mettere in campo competenze e investire sulle sue potenzialità. Non comitati di saggi ma eccellenze che devono avere un ruolo attivo nell’amministrazione della città. Per darle una visione di futuro che parli di cultura, ambiente, patrimonio storico, mobilità urbana, riqualificazione dei quartieri e delle sue porte d’accesso, messa in sicurezza di territorio e corsi d’acqua, incubatori d’impresa che favoriscano la nascita di start-up e un concorso di idee per la riqualificazione delle sue aree industriali”.
Infine, i riferimenti "all’acqua, alla riorganizzazione degli uffici comunali e all’area portuale. Sul porto - ha concluso Lo Schiavo - non si può ragionare per slogan. Lo scalo ha una serie di funzioni che occorre tenere insieme: la vocazione turistica e quella industriale, il rimessaggio, la pesca e tutto l’indotto. Per questo, dopo le primarie, lanceremo una grande conferenza programmatica, che includa anche il sito industriale dell’Italcementi, per coinvolgere tutte le intelligenze e soprattutto i cittadini, in un concreto progetto di rilancio di tutta l’area".