Otto marzo: Demoskopica, le calabresi rivendicano rappresentanza
Oltre il 44 per cento delle donne calabresi chiede una presenza concreta nei governi locali per imprimere un'accelerazione alle politiche attive sul lavoro e di sostegno al sistema economico. Ben 37 mila donne hanno perso il lavoro dal 2010. Il 50% del calo dell'occupazione femminile al Sud si è verificato in Calabria. Metà delle imprenditrici sono titolari d'azienda. Crolla del 40 per cento l'affidamento esclusivo dei figli alle madri in conseguenza di separazioni e divorzi.
È quanto emerge da una Nota scientifica sulla donna in Calabria realizzata dall'Istituto Demoskopika. "La crisi economica e il rilevante livello di sfiducia - analizza il presidente dell'Istituto Demoskopika, Raffaele Rio - si ripercuote inevitabilmente anche negli orientamenti e nelle richieste delle donne calabresi, in quanto avanguardia "più sensibile" della collettività regionale. La percezione rilevata ha il sapore dell'ennesimo grido dall'allarme dell'universo femminile che, fiaccato più dell'universo maschile dalla mancanza di lavoro e dalla scarsa presenza nel sistema politico, rivendica più ruolo, più rappresentanza e più decisionismo nelle scelte delle amministrazioni locali ai vari livelli. La perdita di migliaia di posti di lavoro di cui sono state vittime sacrificali le donne calabresi, nell'ultimo quinquennio, - conclude Raffaele Rio - pesa come un macigno sulle famiglie calabresi".
Donne e politica: una su due rivendica rappresentanza nelle amministrazioni locali. Più donne in politica ma con una rappresentanza rilevante e senza incorrere nella retorica delle strumentalizzazioni del sistema dei partiti che spesso si accorge della partecipazione delle donne soltanto al momento della composizione delle liste. L'orientamento dell'universo femminile calabrese rilevato da Demoskopika non lascia spazio a dubbi: è auspicabile, anzi necessaria, una significativa presenza femminile nelle posizioni di vertice, nei sistemi politici e di rappresentanza ai vari livelli.
Nello specifico, la stragrande maggioranza delle calabresi che ha dichiarato interesse alla partecipazione politica, ha indicato le amministrazioni locali, Regione e Comune in testa, quali sedi istituzionali in cui aumentare il peso di rappresentanza delle donne (44,5%). Nel 29,2% dei casi la richiesta ha riguardato il Parlamento, nel 18,2% i partiti politici e soltanto nell'8,1% i sindacati. Donne e lavoro: un'occupata su due in meno al Sud è calabrese. Dati inequivocabili, tracciano i contorni di una fotografia ben precisa della situazione calabrese dell'occupazione femminile: dal 2010 al 2014, secondo un'elaborazione di Demoskopika su dati Istat, le lavoratrici sono passate da 202 mila a circa 192 mila, ossia sono calate del 5% perdendo per strada circa 10 mila posti di lavoro.
Una regione al palo, quindi, sul versante occupazionale considerando che, in una dimensione comparativa, una occupata su due in meno nel Mezzogiorno si è verificata in Calabria. Un andamento che si consolida anche osservando il tasso di occupazione che si è ridotto, nel quinquennio considerato, dell'1,2% passando dal 31,5% del 2010 al 28,9% del 2014. Sul versante della disoccupazione femminile, il quadro diventa drammaticamente più evidente: in soli cinque anni, ben 37 mila donne calabresi hanno perso il lavoro. Nel 2010, infatti, l'esercito delle "senza lavoro" era di circa 32 mila unità a fronte di ben 69 mila nel 2014. L'analisi del trend negativo fa toccare alla Calabria un tasso disoccupazione al picco massimo nel 2014 raggiungendo quota 26,5%, in crescita di quasi 13 punti percentuali rispetto all'anno 2010 (13,8%). Donne e impresa: nel 2014, ben 32 mila capi d'azienda. In Calabria, elaborando i dati Infocamere relativi al 2014, un imprenditore su quattro è donna (26,1%).
Ben 66 mila imprenditrici su una dato complessivo di poco più di 255 mila soggetti: 24.563 in provincia di Cosenza pari al 36,9% del totale regionale delle cariche aziendali ricoperte dalle donne, 19.487 a Reggio Calabria (29,3%). A seguire il tessuto economico della provincia di Catanzaro con 12.175 imprenditrici (18,3%), Crotone e Vibo Valentia rispettivamente con 5.942 e 4.446 soggetti imprenditoriali "al femminile" pari all'8,9% e al 6,7% sul totale calabrese. In riferimento alle varie cariche ricoperte all'interno del sistema aziendale, quasi la metà (48%) delle imprenditrici è titolare d'impresa con 32 mila unità, seguita dal 27,6% delle donne impegnate come amministratrici d'azienda (18.402 unità), il 18,6% come socie (12.391 unità) e, infine, il 5,7% pari a 3.819 ricopre altre cariche. Donne e famiglia: crescono divorzi e separazioni ma prevale "il buon senso".
I dati più recenti elaborati dall'Istituto Demoskopika segnalano la crescita delle separazioni e dei divorzi. Prendendo in considerazione il 2012, il numero delle separazioni è aumentato rispetto al 2010 del 4,7%, a fronte di una media nazionale dello 0,7%, per un totale di 1.887 casi. Mentre i divorzi sono cresciuti dell'11,7% arrivando a 859 casi rispetto ai 769 casi del 2010.
In questo caso, la Calabria è in controtendenza: in Italia, infatti, nello stesso periodo osservato, il trend dei divorzi si è ridotto del 5,2%. La fine del rapporto di coppia, sancito dal divorzio e dalla separazione, ha un significativo valore nella dinamica demografica sia per la frequenza crescente del fenomeno sia per le conseguenze che esso ha sui figli, qualora siano presenti, sia perché spesso precede una nuova unione.
In merito alle conseguenze sui figli, il problema più rilevante, legato alle separazioni e ai divorzi, è quello dell'affidamento dei minori. Nel 2012, ultimo dato reso disponibile dall'Istat, in Calabria ci sono stati 2.746 tra divorzi e separazioni che hanno coinvolto oltre 1.800 minori: 1.432 i figli coinvolti nelle separazioni e 369 i minori che hanno vissuto la separazione dei genitori. Sia per quanto attiene alle separazioni che ai divorzi, la tendenza prevalente è l'affidamento condiviso dei figli: 88,9% nel caso delle separazioni e 75,6% nei casi di custodia successivi al divorzio. È importante rilevare che l'affidamento esclusivo alla madre ha subito in Calabria un crollo passando per le separazioni dal 42,5% del 2007 al 10,6 del 2012, per i divorzi dal 66,7% del 2007 al 19,5% del 2012. (AGI)