“Quarto passo”, Pellegrino agli arresti domiciliari
Lascia il carcere il crotonese Francesco Pellegrino, uno dei principali indagati coinvolti nell'operazione antimafia denominata "Quarto Passo", diretta contro un'organizzazione 'ndranghetista operante in Umbria collegata alla cosca Farao-Marincola di Cirò.
Il giudice per le indagini preliminari di Perugia, accogliendo la richiesta del difensore dell'uomo, l'avvocato Antonio Lomonaco, ha infatti alleggerito la misura cautelare a carico di Pellegrino, concedendogli gli arresti domiciliari. Lo scorso 30 dicembre il tribunale del riesame aveva confermato il carcere per Francesco Pellegrino - per via delle accuse di furto aggravato dalle modalità mafiose -, il quale aveva tuttavia ottenuto l'annullamento del provvedimento cautelare in relazione alle accuse di associazione di stampo mafioso e di associazione a delinquere semplice.
Quello stesso giorno ha invece ottenuto la concessione del solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma, in accoglimento del ricorso dello stesso avvocato Lomonaco, l'indagato Antonio Pellegrino, figlio di Francesco, per il quale davanti al Tdl non ha retto l'accusa di associazione a delinquere, né l'aggravante della mafiosità in relazione alle accuse di furto.
Con l'operazione "Quarto passo", scattata il 10 dicembre, i carabinieri hanno eseguito nella provincia di Perugia e in altre località del territorio nazionale 62 misure cautelari (46 persone arrestate, sette ai domiciliari e le altre sottoposte a obbligo di dimora), emesse su richiesta della procura distrettuale antimafia di Perugia, per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, danneggiamento, bancarotta fraudolenta, truffa, trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante delle finalità mafiose, nonché per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione, ed hanno eseguito sequestri di beni per 30 milioni di euro.
I nomi dei due Pellegrino spiccavano nel provvedimento cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari di Perugia il quale, nelle quasi 400 pagine dell'ordinanza, scriveva proprio che "il gruppo criminale dedito ai delitti di furto generalmente commessi nella Regione Marche sarebbe risultato composto da Francesco Pellegrino, detto Raffaele (il dominus, ndr), Antonio Pellegrino (figlio di Francesco), C.F., Saverio Caputo, Cataldo Iuele, Saverio Scialanga". (AGI)