‘Ndrangheta: “Quarto passo”, resta in carcere indagato principale
Resta in carcere il crotonese Francesco Pellegrino, uno dei principali indagati coinvolti nell'operazione antimafia denominata "Quarto Passo", diretta contro un'organizzazione 'ndranghetista operante in Umbria collegata alla cosca Farao Marincola di Ciro', nel Crotonese.
Con il blitz, scattato il 10 dicembre, i carabinieri hanno eseguito nella provincia di Perugia e in altre località del territorio nazionale 62 misure cautelari (46 persone arrestate, sette ai domiciliari e le altre sottoposte a obbligo di dimora), emesse su richiesta della procura distrettuale antimafia di Perugia, per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, danneggiamento, bancarotta fraudolenta, truffa, trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante delle finalità mafiose, nonché per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione, ed hanno eseguito sequestri di beni per 30 milioni di euro.
La decisione è stata emessa dal Tribunale della libertà di Perugia che si è pronunciato sul ricorso presentato dal difensore dell'indagato, l'avvocato Antonio Lomonaco, il quale ha tuttavia ottenuto l'annullamento del provvedimento cautelare in relazione alle accuse di associazione di stampo mafioso e di associazione a delinquere semplice, anche se Francesco Pellegrino è rimasto comunque in carcere per via delle accuse di furto aggravato dalle modalità mafiose.
Ha invece ottenuto la concessione del solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma, in accoglimento del ricorso dello stesso avvocato, l'indagato Antonio Pellegrino, figlio di Francesco, per il quale davanti al Tdl non ha retto l'accusa di associazione a delinquere, né l'aggravante della mafiosità in relazione alle accuse di furto. I nomi dei due uomini spiccavano nel provvedimento cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari di Perugia il quale, nelle quasi 400 pagine dell'ordinanza, scriveva proprio che "il gruppo criminale dedito ai delitti di furto generalmente commessi nella Regione Marche è risultato composto da Francesco Pellegrino, detto Raffaele (il dominus, ndr), Antonio Pellegrino (figlio di Francesco), C.F., Saverio Caputo, Cataldo Iuele, Saverio Scialanga". (AGI)