Bancarotta fraudolenta, appalti in Calabria: in manette imprenditore siciliano
I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito due provvedimenti cautelari emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale della Capitale, nei confronti di un noto imprenditore di origini siciliane, Pietro Tindaro Mollica (53 anni), attivo nel settore delle opere pubbliche su scala nazionale, tanto da avere vinto nel tempo appalti per centinaia di milioni di euro. Oltre all’arresto in carcere di Mollica, le Fiamme Gialle stanno anche eseguendo il sequestro di beni per circa 108 milioni di euro e decine di perquisizioni in tutta Italia.
L’operazione di oggi, denominata “Variante Inattesa”, termine permeato dal gergo degli appalti, interviene al termine di complesse indagini coordinate della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma e svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale, che avrebbero consentito di accertate “plurime fattispecie di reato di bancarotta fraudolenta” per distrazione aggravata, estorsione ed interposizione fittizia. Per arrivare a questi importanti risultati, fondamentali si sono rivelate le intercettazioni telefoniche, gli accertamenti economico-patrimoniali e finanziari, le acquisizioni documentali presso enti pubblici, l’attività dinamica sul territorio, i sopralluoghi, i pedinamenti e le audizioni delle persone informate sui fatti eseguite dagli specialisti del Gico (il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata).
L’attività investigativa avrebbe consentito di ricostruire l’operatività ritenuta “criminale” del gruppo capeggiato da Mollica, imprenditore di origini siciliane che opera nel settore degli appalti pubblici da almeno un ventennio, amministratore di fatto delle aziende destinatarie del provvedimento di sequestro, “seppur fittiziamente intestate a prestanome (parenti e/o soggetti terzi)”, affermano gli inquirenti.
Più in particolare, ricostruendo le vicende gestionali del Consorzio Aedars Scarl con sede a Roma, si sarebbe tra l’altro accertato che, nel corso del decennio 2003-2013, lo stesso si sarebbe aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici, su scala nazionale, tra cui spiccano le commesse, allo stato ancora in fase di esecuzione, indette dall’Ufficio del Commissario Straordinario Delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, dall’Adr-Aeroporti Di Roma Spa, dall’Anas Sicilia, dalla Regione Sardegna, dalla Provincia di Reggio Calabria, dalla Provincia di Siracusa, dal Comune di Sessa Aurunca (Caserta), dal Comune di Rosarno (Reggio Calabria) e dal Comune di Ciampino (Roma), con un valore attuale degli appalti già vinti pari ad oltre 118 milioni di euro.
Sarebbe stata accertata la riconducibilità al Mollica anche delle società Fracla Spa. (già Fracla Srl.), con sede a Roma, e Operae Srl, con sede a Venezia, aziende peraltro consorziate alla Aedars ed anch’esse attive negli appalti pubblici; tutte, secondo l’ipotesi d’accusa, “strumentalmente utilizzate per porre in essere illecite condotte riferibili a fatti di bancarotta concordataria fraudolenta per distrazione aggravata”.
Le presunte reiterate condotte illecite acclarate e dettagliatamente ricostruite dai finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, avrebbero consentito di apprezzare il concreto ed attuale pericolo ascrivibile in capo a Pietro Tindaro Mollica, intento, secondo gli inquirenti, alla spoliazione dei beni delle aziende, anche favorito dai propri consulenti legali e contabili.
In pratica, al termine delle investigazioni, sarebbe emerso come Mollica, al vertice della struttura societaria investigata, amministratore di fatto del Consorzio Aedars e delle collegate Fracla e Operae, conscio dell’impossibilità assoluta di comparire formalmente nelle società per instaurare rapporti negoziali con la Pubblica Amministrazione, a causa dei suoi trascorsi giudiziari, avrebbe utilizzato un consorzio e società fittiziamente attribuite ad altri per continuare scientemente ad operare, da svariati anni, nel remunerativo settore degli appalti pubblici.
Tale assetto societario non era però sfuggito agli investigatori tanto che l’ente consortile era stato destinatario di due interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Roma, tuttavia annullate dal Tar Lazio e dal Consiglio di Stato.
Nel corso delle indagini sarebbero emerse responsabilità penali di Mollica e dei suoi sodali anche in ordine ad ulteriori episodi di estorsione e di bancarotta fraudolenta, conseguenti al fallimento della Trivella Srl. (già consorziata dell’Aedars), dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Roma il 9 febbraio 2012.
In sintesi, con l’operazione di oggi, il Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma ha dato esecuzione ai seguenti provvedimenti emessi dal Tribunale della capitale su richiesta della locale Procura della Repubblica: ordinanza applicativa di misura cautelare della custodia in carcere, nei confronti di Pietro Tindaro Mollica, per i reati di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata ed estorsione; ordinanza applicativa di misura cautelare personale in carcere e reale, sempre nei confronti del medesimo Mollica, per i reati di bancarotta concordataria fraudolenta per distrazione aggravata, interposizione fittizia di beni, con contestuale: sequestro preventivo in funzione di confisca obbligatoria: 75% del fondo consortile, intero complesso aziendale e tutti i beni del Consorzio Stabile Aedars di Roma (composto, allo stato, da nr. 5 partecipazioni societarie, due unità immobiliari site in Patti, cinque auto/motoveicoli, contratti in essere con le Stazioni Pubbliche Appaltanti, pari a 117.286.835 euro); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Fracla S.p.a. di Roma (composto, allo stato, da 2 partecipazioni societarie e 8 unità immobiliari, site a Piraino e Varese); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Operae S.r.l. di Venezia (composto, allo stato, da2 unità immobiliari site a Brolo, 2 partecipazioni societarie, contratti in essere con le Stazioni Pubbliche Appaltanti, pari a € 1.052.881,00; 24 perquisizioni tra Lazio, Sicilia e Veneto, nei confronti di 14 indagati e delle aziende destinatarie dei provvedimenti di sequestro, con contestuale notifica delle informazioni di garanzia.